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mercoledì 14 dicembre 2011

Non posso farne a meno

Una barista di 33 anni, malata di gioco, ha rubato 35 mila euro di gratta e vinci nel bar in cui lavora. Licenziata e denunciata la ragazza, che ha confessato ai carabinieri: "Sono vittima di una dipendenza dal gioco, non riesco a resistere ai tagliandi da grattare in cerca di fortuna. E quando ho finito i miei soldi, ho iniziato a rubarli".
Ad accorgersi del pesante ammanco di gratta e vinci, scrive il Corriere Veneto, è stata la titolare di un bar, nella zona di Cornuda. Un locale che lavora bene, con sei dipendenti ed un buon giro di clienti. Tra le offerte dell’attività anche vari tipi di gratta e vinci disposti dietro al bancone. Controllando i propri bilanci la titolare si è accorta che, tra le spese per l’acquisto dei tagliandi e i relativi incassi qualcosa non tornava e non di poco: «La titolare si è resa conto che, in meno di un anno - spiega il capitano Nicola Fasciano -, c’era un ammanco di 35 mila euro. Ci ha anche detto che già lo scorso anno, avevano notato qualcosa di strano ma gli ammanchi erano inferiori e non si era impensierita troppo».
I militari hanno quindi avviato un’indagine scartando subito l’ipotesi che potesse trattarsi di reiterati furto con destrezza, vista la posizione dei tagliandi disposti in modo da non essere accessibili dai clienti. Hanno quindi deciso di utilizzare una telecamera nascosta, posizionandola in modo da vigilare sulla zona del bar dove si trovavano i gratta e vinci. La telecamera è rimasta in funzione per giorni, immortalando una delle dipendenti, una barista di 33 anni della zona.
La donna, approfittando dei momenti in cui rimaneva sola a fine turno, si avvicinava allo scaffale e prendeva mazzetti di dieci biglietti alla volta, li metteva in borsa e riprendeva le sue attività. Un comportamento registrato dai militari per ben quattro volte in pochi giorni. I carabinieri hanno atteso qualche giorno, per verificare se la 33enne fosse l’unica responsabile dei furti. A quel punto è scattata la denuncia: «Di fronte alle contestazioni che le abbiamo mosso - conclude Fasciano -, la donna ha ammesso subito le sue responsabilità, confessando di essere malata di gioco. Vittima di una vera e propria dipendenza che non riusciva più a controllare e che la spinge a sperperare in pochi giorni i soldi dello stipendio costringendola quindi a rubare pur di recuperare tagliandi da grattare». Quei 35 mila euro di biglietti rubati le avrebbero anche fruttato qualcosa come 20 mila euro di vincite. Oltre ai guai con la giustizia, la donna è stata subito licenziata dalla titolare del bar.

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