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sabato 19 novembre 2011

Gli anticipi della serie A

Riparte il campionato con gli anticipi

Lazio a Napoli, Milan a Firenze

18 novembre, 17:30

L'attaccante della Lazio, Tommaso Rocchi, esulta dopo il gol durante la partita del campionato di serie A Cagliari-Lazio allo stadio Sant' Elia di Cagliari
 foto 1 ROMA - LAZIO; REJA, A NAPOLI ESAME DI LAUREA - "E' un esame di laurea, una gara di vertice, e comunque un'impresa. Conoscendo anche il valore del Napoli quando gioca in quello stadio".
Alla vigilia della trasferta partenopea, il tecnico della Lazio Edy Reja descrive così la sfida contro gli uomini di Mazzarri. "Con Napoli e Juve avremo partite determinanti per il futuro della nostra stagione anche se il campionato non finisce ora. Se dovessimo fare risultato positivo avremo gratificazione e consapevolezza del nostro potenziale, vorrebbe dire che abbiamo voltato veramente pagina". ha aggiunto Reja. Alla sfida non parteciperanno Dias e, soprattutto, Klose.
"E' chiaro che Klose non si può sostituire, ma abbiamo i giocatori per andare al San Paolo per giocarci la partita", ha sottolineato il tecnico, che a Napoli ha trascorso quattro anni della sua carriera. "Complimenti a Mazzarri - ha proseguito Reja -. Il Napoli ha avuto un ciclo con me, De Laurentis e Marino; poi c'è stata una crescita con giocatori importanti che hanno fatto sì che questa squadra possa ambire a grandissimi risultati".
MAZZARRI, LAZIO? GARA DIFFICILISSIMA MA NON DECISIVA - "Insidiosa e difficilissima". Così il tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, definisce la sfida di domani sera contro la Lazio.
"Concentriamoci sul campionato - ha aggiunto l'allenatore - comunque quello che succede ora è relativo, ma è chiaro che a noi piace sempre fare risultato". "Per noi - ha proseguito Mazzarri - quella contro i biancocelesti è gara importante, perché abbiamo davanti una squadra forte che sta andando bene e che fuori casa ha vinto 4 volte".
Edy Reja dovrà fare a meno di diversi giocatori. "Credo che la Lazio abbia una rosa talmente importante... Per noi giocatori come Sculli, Rocchi hanno un tipo di gioco che possono metterci in difficoltà, quindi non credo che uno o due giocatori possano cambiare la fisionomia e la pericolosità della squadra. Qualche giocatore manca un poco a tutti: a noi Britos, per esempio, manca dall'inizio. E' la forza della Lazio a preoccuparmi".
Secondo il tecnico azzurro, le prossime "sono tutte gare importanti, ma al momento nessuna può essere definita determinante. "E' una partita importante, e basta anche perché si affronta la capolista. Già da oggi devo fare delle considerazioni per far sì che non ci siano giocatori che si 'rompano', come è successo a Gargano nella quarta partita consecutiva. Noi ci siamo fermati, e siamo rimasti in pochi, ma quelli che giocano di più sono tornati alla spicciolata e hanno giocato una o due gare. La sfida di domani inizierò a prepararla oggi", ha concluso Mazzarri.
MILAN; ALLEGRI, IN VETTA CAMPIONATO PRIMA POSSIBILE - In attesa della "serata di gala con il Barcellona", Massimiliano Allegri vuole che il suo Milan consideri più importante la trasferta di domani a Firenze.
"Siamo di nuovo vicini alla testa della classifica e - avverte l'allenatore rossonero -, dobbiamo arrivarci prima possibile". Contro la Fiorentina può rientrare Alexandre Pato: "E' possibile che parta dalla panchina perché è fermo da due mesi, avrà bisogno di un po' di tempo per ritrovare la condizione ottimale in partita anche se si è allenato bene", ha spiegato a Milan Channel Allegri, che attende il ritorno del ds Ariedo Braida dal Brasile per conoscere eventuali occasioni di mercato.
"Quando ritornerà, assieme a Galliani faremo il punto della situazione - ha detto Allegri -, in questo momento è giusto monitorare tutti i giocatori che possono essere da Milan, ma ora abbiamo un mese importante quindi è meglio mettere da parte il mercato".
FIORENTINA; ROSSI, SONO EMOZIONATO E CURIOSO - "Più emozionato o preoccupato? In realtà sono emozionato ma soprattutto curioso, sono appena arrivato e vivo una situazione in cui devo fare presto e bene". Così Delio Rossi alla vigilia della gara con il Milan che segnerà il suo debutto sulla panchina della Fiorentina. "In questi giorni ho visto un gruppo che si è messo a disposizione, ma tanti giocatori li ho visti poco perché appena arrivati - ha continuato il tecnico viola - quindi difficilmente già domani si vedrà il mio calcio, sarei un ipocrita se lo dicessi". "Non sono un dottore, non sono un taumaturgo, non sono un farmacista che ha le dosi, sono solo un allenatore che chiederà domani alla sua squadra di lottare, di avere rispetto per la maglia, di provare ad avere un'anima. Dio ci ha messo sette giorni per fare il mondo", ha aggiunto il successore di Mihajlovic.
INTER; RANIERI, SCUDETTO SAREBBE IMPRESA INCREDIBILE - "Sappiamo benissimo che lo scudetto sarebbe un'impresa incredibile". Lo ha ammesso l'allenatore dell'Inter Claudio Ranieri, che però continua a credere nella rimonta.
"Se le squadre in testa mantengono questo ritmo non possiamo farcela, ma è un campionato strano e finché ci sono punti a disposizione dobbiamo pensare che è possibile raggiungere chi é in vetta", ha spiegato alla vigilia della partita con il Cagliari Ranieri, convinto che "se fossimo una piccola si parlarebbe di retrocessione. Ma siccome questa è una squadra di campioni e si chiama Inter possiamo farcela: se ci tiriamo fuori dalle sabbie mobili ci si può credere".

Colloquio incentrato sull'economia

Obama incontra Wen Jiabao al vertice di Bali

19 novembre, 10:46

Il vertice dei Paesi dell'Asia orientaleIl vertice dei Paesi dell'Asia orientale
WASHINGTON - E' stato centrato sull'economia l'incontro tra il presidente americano, Barack Obama, e il premier cinese, Wen Jiabao, avvenuto oggi ai margini del vertice dei Paesi dell'Asia orientale sull'isola indonesiana di Bali. Secondo fonti americane si è trattato di un "interazione positiva", mentre i mezzi d'informazione cinesi si limitano a dare notizia dell'incontro, senza menzionare i contenuti. Parlando ieri al vertice, Wen ha sottolineato che le "forze esterne" non devono interessarsi delle dispute in corso sulla sovranità' su vaste aree del Pacifico meridionale. Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei e Taiwan hanno rivendicazioni che si scontrano con quelle della Cina. In queste dispute la Cina preferisce le trattative bilaterali mentre gli Usa e suoi alleati asiatici ritengono che vadano discusse nelle sedi multilaterali. Nel corso del suo viaggio di nove giorni in Asia, Obama ha affermato che gli Usa rafforzeranno la loro presenza militare nel Pacifico e ha promosso un accordo per la cooperazione economica e commerciale con alcuni dei Paesi asiatici, suscitando a Pechino il timore di un "accerchiamento".

Figueres, determinante velocita' riduzione emissioni

Clima: Onu, piu' resistenti a cambiamenti con taglio CO2

18 novembre, 17:26

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - ''La capacita' del mondo di diventare piu' resistente ai cambiamenti climatici dipendera' in larga misura dalla velocita' con cui le emissioni possono essere ridotte''. A dirlo il capo della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici (United natinos framework convention on climate change), Christiana Figueres, a proposito del rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) sulla gestione dei rischi derivante dagli eventi estremi.

Altro fattore determinante, afferma Figueres, e' il modo in cui vengono messi a disposizione delle popolazioni povere e vulnerabili nei Paesi in Via di Sviluppo gli strumenti finanziari e le tecnologie per l'adattamento. Il segretario dell'Unfccc parla di un rapporto che e' un ''duro monito'': le concentrazioni di gas serra sono in aumento e di conseguenza aumentano le temperature medie globali, con una maggiore incidenza di inondazioni e ondate di calore. ''Un'incidenza che diventera' piu' frequente e grave - prosegue - se l'aumento globale delle emissioni sara' incontrollato''. Nel prossimo vertice mondiale sui cambiamenti climatici a Durban in Sud Africa, osserva Figueres, si deve pertanto completare il quadro approvato lo scorso anno a Cancun in Messico ''per aiutare i Paesi in Via Sviluppo ad adattarsi agli effetti terribili del cambiamento climatico''. Per frenare le emissioni, conclude, tutti i Paesi devono pensare sia al futuro del protocollo di Kyoto che ''tracciare un percorso verso un piu' ampio e vincolante accordo globale''. (ANSA).

un vero amico!

Crotone/ Imprenditore ucciso dal suo migliore amico. Aveva una relazione con la moglie

Sabato, 19 novembre 2011 - 10:50:49
Carabinieri arresti ape v3
Ha ucciso il suo migliore amico perché questi aveva una relazione con sua moglie. I carabinieri del Comando Provinciale di Crotone hanno arrestato, dopo una notte d'interrogatorio, Domenico Gallo, imprenditore edile, accusato di avere ammazzato, lunedi' scorso, a Cutro, con due colpi di fucile a pompa sparati a bruciapelo, Carmine Bonifazio, imprenditore zootecnico di 42 anni, suo intimo amico.
Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe legato a una relazione che la vittima aveva intessuto con la moglie dell'omicida che, a sua volta, l'aveva scoperta leggendo alcuni sms su un cellulare riservato che la donna nascondeva in una borsetta e che le era stato regalato dall'amante.
L'uomo ha confessato davanti ai magistrati della procura di Crotone, una volta messo di fronte all'evidenza del quadro probatorio raccolto dai carabinieri.
Nella sua abitazione è stata trovata l'arma del delitto, un fucile calibro 12 a canne mozze. L'agguato era avvenuto martedì mattina, appenaBonifazio è sceso dalla sua abitazione ed è salito in macchina per andare a lavoro. Dopo una trentina di metri la sua auto era stata fermata e due colpi di fucile lo hanno investito al viso e al collo.

venerdì 18 novembre 2011

Reggio: i Tegano infiltrati nella Multiservizi con la ''consulenza'' della famiglia Zumbo

Venerdì 18 Novembre 2011 12:17
 

di Claudio Cordova - Giovanni Ficara e Giuseppe Pelle non sarebbero stati gli unici boss della ‘ndrangheta cui il commercialista Giovanni Zumbo avrebbe prestato i propri “servigi”. La “talpa” delle cosche, con un passato nei servizi segreti, avrebbe, per oltre dieci anni, insieme ai propri familiari, coperto la potente cosca Tegano, originaria del rione Archi, nella gestione della Multiservizi, la società mista del Comune di Reggio Calabria.

La Guardia di Finanza del Comandante Provinciale Cosimo Di Gesù, con l’indagine “Astrea”, avrebbe dunque accertato come i Tegano, attraverso una serie di passaggi societari, sia riuscita, negli anni, a controllare una parte del capitale sociale della Multiservizi, gestita, per il 51%, dal Comune di Reggio Calabria e per il 49% da un socio privato. Proprio il socio privato sarebbe stato in mano alla cosca: la Rec.im Srl, infatti, controlla il 33% del capitale sociale della “Gestione Servizi Territoriali Srl” che, a sua volta, controlla il 49% della Multiservizi. Per mettere in atto tale acquisizione occulta, i Tegano si sarebbero avvalsi di alcune figure professionali, legate, in gran parte, alla famiglia di Giovanni Zumbo. La Guardia di Finanza, infatti, ha tratto in arresto la moglie del commercialista, Maria Francesca Toscano, di professione avvocato, nonché la sorella della “talpa”, Maria Porzia Zumbo e il marito, Roberto Emo, entrambi commercialisti. In tutto sono undici le persone colpite dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Tommasina Cotroneo.

Professionisti al servizio delle cosche che, grazie alle proprie competenze, non hanno reso semplice il lavoro al gruppo di investigatori coordinato dagli ufficiali delle Fiamme Gialle Claudio Petroziello e Gerardo Mastrodomenico. Le indagini, comunque, avrebbero dimostrato come i Tegano abbiano tenuto sotto controllo, attraverso una serie di intestazioni solo formali, le società Com.Edil Srl, Si.Ca srl e Rec.im Srl: tre nomi, cambiati negli anni, per una stessa identità economica e gestionale, quella del clan Tegano. Passaggi necessari per tentare di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione.

La famiglia Zumbo, dunque, sarebbe stata, di fatto, consulente del clan Tegano, curando, viste le spiccate competenze in ambito societario e finanziario, i vari passaggi di società. Per Giovanni Zumbo, dunque, detenuto da oltre un anno nel carcere di Milano-Opera, arriva una nuova stangata: l’uomo, infatti, sta già tentando di difendersi dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, essendo stato intercettato, a Bovalino, nella casa del boss Giuseppe Pelle, insieme all’altro capomafia Giovanni Ficara, mentre raccontava dei propri contatti con i servizi segreti e forniva dettagliate notizie sull’indagine “Crimine”, che sarebbe arrivata dopo diversi mesi dai colloqui. Zumbo, peraltro, avrebbe avuto anche un ruolo assai importante nella messinscena che Giovanni Ficara avrebbe architettato nel gennaio 2010, allorquando fece ritrovare dai Carabinieri un auto imbottita di armi (poi rivelatisi inefficaci) nel giorno della visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Con riferimento al controllo mafioso della Multiservizi, un ruolo fondamentale sarebbe stato gestito dalla famiglia Zumbo, ma anche da soggetti come Pino Rechichi, già arrestato, nell’aprile scorso, dalla Squadra Mobile, nell’ambito dell’operazione “Archi”. Proprio il suo arresto, infatti, aprì un primo, concreto, squarcio sulle infiltrazioni che la ‘ndrangheta avrebbe messo in atto nelle società miste di Palazzo San Giorgio: Rechichi, infatti, viene arrestato come elemento organico al clan Tegano (addirittura come membro dei gruppi di fuoco) proprio mentre ricopre la carica di direttore operativo della Multiservizi. Pino Rechichi, comunque, non sarebbe stato solo nel ruolo di testa di ponte dei Tegano: l’uomo, infatti, avrebbe coinvolto anche i giovani figli, gemelli, Antonino e Giovanni, tratti in arresto all’alba dalla Guardia di Finanza.

Con l’indagine “Astrea”, coordinata dai sostituti procuratori della Dda Giuseppe Lombardo e Beatrice Ronchi, la Guardia di Finanza, avrebbe ricostruito circa vent’anni di infiltrazioni nella pubblica amministrazione reggina. Pino Rechichi, infatti, è ritenuto un membro del clan Tegano, con la collaborazione del fratello Giovanni Rosario, fin dagli anni ’80. Attraverso la ditta Com.Edil, operante nel settore del commercio di materiale da costruzione, sarebbe stato un imprenditore di riferimento di Giovanni Tegano, boss attualmente in carcere dopo anni di latitanza e colpito dall’ordinanza di custodia cautelare odierna.

Cessioni societarie, quelle certificate dalle indagini delle Fiamme Gialle, che sarebbero iniziate già nel 2001, allorquando i fratelli Antonio e Maurizio Lavilla (coinvolti nell’indagine) costituiscono la Si.Ca, fino all’ultima, avvenuta nel luglio 2008, quando, dopo l’acquisizione di diversi immobili (sequestrati nell’operazione di oggi), la Rec.im sarebbe ritornata nella proprietà di Rechichi. Un affare sconcertante, visto che, nel giro di tre minuti, gli acquirenti avrebbero reincassato i soldi che avrebbero invece dovuto versare per l’acquisizione. I movimenti di soldi dichiarati, peraltro, erano in totale disaccordo con le effettive possibilità economiche dei soggetti coinvolti, tra cui, come si è visto anche i giovani figli di Rechichi, entrambi classe 1985. Anche tale dato ha messo in guardia gli investigatori che hanno continuato, per mesi e mesi, a indagare, fino agli undici arresti di oggi.

Un meccanismo che ha interessato un discreto di numero di cosiddetti “colletti bianchi”, che, da anni, reggono i fili di Reggio Calabria, della sua economia e, come si è visto, della pubblica amministrazione. Splende il sole su Reggio, nonostante la cappa grigia di poteri deviati che sovrasta la città. Una cappa grigia talvolta impenetrabile, cui oggi, però, la Guardia di Finanza ha provocato una crepa.
Di seguito i nomi dei soggetti colpiti dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Tommasina Cotroneo:
1.    TEGANO Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 08/11/1939; attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Cuneo;
2.    RECHICHI Giuseppe Rocco Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 15/11/1958; attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Caltanissetta;
3.    RECHICHI Rosario Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 14/05/1961
4.    LAVILLA Maurizio, nato nato a Seriate (BG), il 12/10/1971
5.    LAVILLA Antonio, nato a Reggio Calabria, il 28/02/1975
6.    ZUMBO Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 19/08/1967; attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di “Opera - Milano”;
7.    EMO Roberto, nato a Reggio Calabria, il 30/08/1966
8.    TOSCANO Maria Francesca, nata a Reggio Calabria, il 19/07/1971
9.    ZUMBO Porzia Maria, nata a Reggio Calabria, il 03/07/1968
10.    RECHICHI Antonino, nato a Oppido Mamertina (RC), il 20/06/1985
11.    RECHICHI Giovanni, nato a Oppido Mamertina (RC), il 20/06/1985

NOTIZIE DI CASA MIA

Melito Porto Salvo (Rc), Iaria contro l’accorpamento della scuola


sindaco Giuseppe Iaria
Riceviamo e pubblichiamo:
La presente relazione ha come obiettivo principale quello di far riflettere le SS.LL. sulla ipotesi di Piano che 1′Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria intenderà portare avanti secondo l’iter previsto dalla normativa vigente.
Il contenuto della stessa nasce dalla consapevolezza che occorre approdare ad una soluzione unitaria e sostenibile che possa consentire alla nostra Provincia e, nel caso specifico al territorio comunale di Melito di Porto Salvo, nonché a quello sovra comunale di avere delle Istituzioni Scolastiche funzionali ed efficienti in grado di trasmettere ai giovani i saperi fondamentali di cui hanno bisogno, accompagnandoli in maniera continua e sinergica nella loro crescita e nel loro sviluppo umano, sociale e culturale, nell’ambito del territorio di appartenenza.
La chiave corretta per leggere tale documento non è sicuramente riferita solo ed unicamente a categorie di ordine numerico o politico, tantomeno mira al mantenimento, sic et simpliciter, di posti di dirigenza scolastica, ma ha come obiettivo fondamentale e prioritario quello di rispondere, ope legis, a criteri pedagogici, sociali e culturali, per creare un « continuum scolastico » di attinenza cui si riferiranno, da qui a breve, le «Nuove Indicazioni per il curricolo verticale ed unitario delle scuole dell’ Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione >>, che una apposita commissione del MIUR sta approntando, sulle orme di quelle che sono gli indirizzi dei Sistemi Scolastici Europei.
E’ necessario ridisegnare definitivamente la mappa scolastica sul territorio, liberandoci da forme di individualismo o tomacontismo, cercando di adottare scelte significative e durature nel tempo.
Purtroppo, nella bozza di Piano presentata dall’ Ammininistrazione Provinciale nell’apposita conferenza di servizio del 7 novembre 2011, le scuole del Comune di Melito di Porto Salvo vengono inspiegabilmente divise senza che ciò corrisponda a reali progetti di finanziamento educativo.
Diverse proposte, dunque, diversi progetti didattici ed educativi per la stessa cittadinanza e la creazione, imposta, di due Istituti Comprensivi al di sotto della norma primaria, stabilita in almeno 1.000 alunni.
Un piano di dimensionarnento della rete scolastica che non accontenta nessuno, che non trova la piena applicazione di Legge, cura più interessi personali che esigenze della collettività, ma soprattutto impedisce agli alunni di fruire di un progctto pedagogico e unitario che li accompagni dalla Scuola dell’Infanzia fino alla Scuola Secondaria di Primo Grado.
La nostra cittadina, invece, ha i numeri per realizzare una unica, organica, efficiente unità scolastica con 1244 allievi, tutti cittadini di questo Comune, ed è questo, sicuramente, che la cittadinanza di Melito di Porto Salvo si aspetta.
In tal senso si sono espressi i genitori della più numerosa scuola del Comune, la Direzione Didattica << P. Megali >>, nonché la Giunta Municipale di Melito di Porto Salvo con delibera n°184 dello 08.09.2011 proponendo una delibera pienamente rispondente ai dettami normativi ed organicamente dimensionata quale struttura operosa, capace di armonizzare percorsi formativi che seguano i nostri alunni dall’età di 3 anni fino al termine della Scuola Secondaria di I° grado.
Di contro viene proposta da codesta Amministrazione Provinciale una ipotesi di piano che vedrebbe le scuole dell’obbligo melitesi divise in due ed accorpate, impropriamente alle scuole del Comune di Bagaladi e a quelle di San Lorenzo e Roccaforte del Greco, in modo raccogliticcio, non considerando che tra i diversi Comuni intercorrono parecchi chilometri di distanza che non faciliterebbero sicuramente una distesa e proficua comunicazione, direzione e coordinamento, né da parte degli alunni, né da parte dei docenti e tantomeno da parte del Dirigente Scolastico.
LA NORMATIVA RECENTE, CIOE’ LA LEGGE N° 111 del 15 Luglio 2011 E LA LEGGE DI STABILITA’ APPENA APPROVATA.
Nel dettaglio, la Legge n°111/2011, art. 19, prevede che con decorrenza 01/09/2012 non avranno più autonomia amministrativa le Direzioni Didattiche e le Scuole Secondarie di Primo Grado.
Per detta motivazione è necessario accorpare le Scuole dell’ Infanzia Statali, le Scuole Primarie e Secondaria di Primo Grado del Comune di Melito P.S. in un unico Istituto Comprensivo. In detto caso, applicando la legge, la scuola dell’obbligo di Melito di Porto Salvo avrebbe una validità organica con un beneficio didattico ed organizzativo degli allievi dello stesso Comune. “Al fine di garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo d’istruzione a decorrere dall’a.s. 2011/12,ora rinviato al 2012/13, la scuola dell’infanzia statale, la scuola primaria e la scuola secondaria di I° grado sono aggregati in Istituti Comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da Direzioni Didattiche e Scuole Secondarie di I°grado.
Gli Istituti Comprensivi cosi formati per acquisire l’autonomia devono esser costituiti con NON MENO DI 1000 ALUNNI “.
La popolazione scolastica del Comune di Melito Porto Salvo, pur essendo oggi superiore ai 1000 alunni, nonché quella dei Comuni viciniori, da un monitoraggio effettuato registra un trend in calo che fa realmente ipotizzare per i prossimi anni una diminuzione continua di allievi, quindi con grave rischio di diventare a distanza di qualche anno nuovamente sottodimensionati.
OPPORTUNE RIFLESSIONI
CONTINUITA EDUCAT IVA E TERRITORIALE

Così come sancito dalla Legge n° 111/2011, occorre creare un sistema di rapporti interattivi tra le scuole del Primo Ciclo di Istruzione e altri Enti o Istituzioni ad esse contigue, rendendo 1′ Istituzione Scolastica come contesto educativo e di apprendimento saldamente raccordato con tutte le esperienze pregresse e future dell’alunno che realizza, in primis, nell’ambito del territorio di appartenenza.
Si rende necessario, inoltre, armonizzare gli stili ed i criteri operativi e dare corpo ad ogni possibile azione per creare raccordi in senso orizzontale e verticale che consentono alla scuola di fruire, secondo un proprio progetto pedagogico delle risorse umane, culturali, strumentali e didattiche, presenti nella famiglia, a scuola, nel territorio e di quelle messe a disposizione dagli Enti Locali , dal mondo dell’associazionismo, del volontariato e della comunità educante.
ACCORPAMENTO SCUOLE
Accorpare un Ufficio di Segreteria ad un altro, mettere insieme Consigli di Circolo o di Istituto, far dialogare due o più Collegi dei docenti che hanno alle spalle storie diverse, realizzazione di progetti educativi, di attività, riunioni, di articolazioni di gruppo e commissioni, sembrano, politicamente, delle operazioni semplici, provvedimenti soltanto amministrativi, ma così non è, soprattutto quando la cosa riguarda contesti territoriali diversi, molto distanti tra loro.
RUOLO E FUNZIONI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO
Con Istituti Comprensivi diffusi su un territorio vasto e disomogeneo, viene meno la figura ed il ruolo del Dirigente Scolastico attivo e propositivo, in grado di essere funzionalmente presente in tutti i plessi scolastici, di seguire la vita delle classi, di occuparsi degli alunni in difficoltà, di contribuire a superare situazioni di crisi nel rapporto educativo, impostando relazioni positive con genitori e docenti, di guidare e stimolare la progettazione e la verifica-valutazione educativa e didattica nei gruppi di lavoro, nei vari Consigli di Intersezione, di Interclasse e di Classe.
Sulla base di ciò risulta essere opinione largamente condivisa che è necessario evitare la costituzione di Istituti Comprensivi artificiosi, la cui gestibilità efficace e funzionale ai bisogni dell’utenza cozza con l’idea che ha portato alla nascita degli Istituti Comprensivi, che è quella di ” Realizzare un progetto didattico che fa della continuità del processo educativo tra la Scuola dell’Infanzia, il Primo ed il Secondo Ciclo un punto qualificante dell’intera struttura formativa” e non può essere contraddetta da una concreta in gestibilità sul piano organizzativo che punta, invece, ad una moltitudine di piccoli e plurimi punti di erogazione del servizio, spesso molto distanti tra di loro che nulla ha a che fare con il modello di una scuola verticalizzata di qualità, né con una istituzione organicamente presente ed attiva, aperta al territorio.
CONTESTUALIZZAZIONE:
DIRITTI DEGLI ALUNNI E VANTAGGI PER LA COMUNITA’ DI MELITO P.S.

La costituzione di un unico Istituto Comprensivo a Melito di Porto Salvo rappresenta:
Un diritto per gli alunni di fruire di un’offerta formativa unitaria nella stessa istituzione scolastica autonoma dello stesso Comune;
un diritto per gli alunni di percorrere un iter didattico nello stesso istituto Comprensivo, dello Stesso Comune;
un diritto per gli alunni di acquisire in continuità pedagogica e formativa, organizzativa e didattica la «cultura» assorbita direttamente dal proprio contesto di vita;
un diritto per gli alunni a non essere collocati in due Istituti Comprensivi : il primo Megali Bagaladi dove la continuità del processo educativo nello stesso Istituto che idealmente si dovrebbe realizzare con la scuola media, unica pluriclasse con 19 alunni, di Bagaladi, molto distante da Melito, verrebbe bruscamente e ulteriormente interrotta al termine dell’ultimo anno della Scuola Primaria, con il conseguente approdo in un diverso Istituto Comprensivo dove si troverebbero a confrontarsi non più con Bagaladi, bensì con il Comune di San Lorenzo; un diritto per gli alunni giuridicamente definito ad essere seguiti con un unico Piano dell’Offerta Formativa, con un unico progetto educativo, con un unico itinerario conoscitivo, opportunità scaturenti da un itinerario didattico legato ad una sola autonomia scolastica; un diritto per gli alunni del Comune di Melito di fruire di un curricolo verticale naturale, in continuità solo se realizzato da uno stesso Istituto Comprensivo.
IN CASO CONTRARIO
gli alunni verrebbero a trovarsi in “scuole doppione” dove tempi, obiettivi e contenuti dell’apprendimento, in età diverse, non possono essere ben correlati;
si escluderebbero, vicendevolmente, gli alunni di Scuola dell’Infanzia e Primaria da una parte e, quelli di Scuola Secondaria di Primo Grado dall’altra, di poter lavorare sullo stesso piano operativo, fruendo unitariamente, di progetti e di attività comuni realizzati e posti in essere da una sola istituzione scolastica;
si creerebbero attriti ed accavallamenti inutili tra scuole, a svantaggio degli alunni sia nell’organizzazione dei vari servizi scolastici, quali mensa, trasporto, sia nelle proposte formative, sia nella fruizione di spazi, laboratori, strumenti ed attrezzature disponibili;
si impedirebbe all’Ente Locale di realizzare naturalmente e senza difficoltà quella necessaria sinergia con l’ autonomia scolastica di riferimento;
con la formazione di due Istituti Comprensivi per le scuole di Melito si trasgredirebbero i dettami della Legge n° 111/2011 e della delibera della Giunta Municipale melitese, entrambe orientate a sostenere per il benessere degli alunni del Comune di Melito la formazione di un unico Istituto Comprensivo; la creazione di due istituti comprensivi, collegati con le piccole pluriclassi dei Comuni viciniori, creerebbe molto malumore e scontento tra gli operatori scolastici ed i genitori degli alunni, che si vedrebbero costretti ad affidare i propri figli per una parte del percorso educativo ad una istituzione scolastica con a capo un dirigente che realizza una propria leadership educativa e per la parte finale ad altra istituzione scolastica che potrebbe non svolgere percorsi sinergici con la prima. Tali scenari mortificherebbero gli alunni, il loro percorso unitario di apprendimento, nonché il diritto ad avere garantito il ” Ben-essere” a scuola;
la creazione, invece, come previsto dall’art. 19 della Legge n° 111/2011 di un unico Istituto Comprensivo a Melito , comporterebbe sicuramente dei vantaggi che rispecchierebbero lo spirito della normativa e, nello specifico, i seguenti non trascurabili benefici : a) fruizione da parte degli alunni di un processo di apprendimento continuo e permanente; b) organizzazione funzionale del servizio da parte di un’unica autonomia scolastica, attraverso un coerente Piano dell’Offerta Formativa che si possa avvalere anche delle risorse territoriali, associative e professionali presenti sul territorio, nonché di un curricolo didattico verticalizzato ed armonico con docenti di scuola dell’infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado, facenti capo tutti allo stesso Comune;
la formazione di un unico Istituto comporterebbe la stabilità dell’autonomia scolastica del Comune di Melito, con parametri numerici rientranti nella normativa di riferimento, garantendo agli utenti sicurezza e continuità scolastica nel tempo, senza ricorrere a deroghe , sì previste dalla legge, ma da utilizzare solo e soprattutto per le piccole realta dove ê necessario ricorrere a tali aiuti legislativi per affermare la propria autonomia, da non utilizzare, comunque, per dividere le scuole melitesi senza apportare nessun vantaggio agli alunni che , nella stragrande maggior parte dei casi disconoscono sia la lingua grecanica, minoritaria, sia le origini della stessa a cui, per questioni logistiche ed evoluzione urbanistica e sociale, non si sentono direttamente legati e coinvolti;
Questo è il caso di Melito di Porto Salvo, uno dei tanti che offre l’opportunità di una aggregazione naturale delle scuole, ubicate su un territorio facilmente raggiungibile e funzionalmente gestibile. Ciò non può essere disatteso per favorire qualunque altra soluzione che danneggerebbe, sotto ogni aspetto, l’unitarietà dei processi formativi, i loro destinatari, complicando o rendendo ingestibile l’offerta formativa ed una serena fruizione dei servizi da parte degli alunni di Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado del Comune di Melito di Porto Salvo.
CONCLUSIONI E RICHIESTA
A supporto di quanto sopra illustrato , si riferisce, inoltre, che sin dal prima mappatura degli Istituti Comprensivi che risale giuridicamente alla Legge n° 426 del 1988, ripresa dalla circolare ministeriale n° 47/1996 lo scopo dell’ Istituto Comprensivo è stato sempre quello di ridurre le scuole sottodimensionate creando soluzioni aggregative valide a garantire sul territorio unità scolastiche consistenti, autonome in cui personale e risorse comuni vengono utilizzati dagli alunni appartenenti a ordini e gradi diverse (es: docenti di Educazione motoria e musicale, palestre, laboratori e così via). Tutto ciò è inopinabile se riferito ad un « Istituto Comprensivo raccogliticcio» con scuole appartenenti a Comuni diversi e con Servizi e strutture ubicate a diversi chilometri di distanza.
Sarebbe questo il caso dei due Istituti proposti per Melito di Porto Salvo, dove alla Direzione Didattica vengono accorpati gli alunni del Comune di Bagaladi  che risultano essere nell’organico di diritto 75 di cui 19 di scuola media , aggregati in un’unica pluriclasse, o di quello di San Lorenzo, Roccaforte e Roghudi con piccole pluriclassi di Scuola Primaria e Media e sparute sezioni di scuola dell’Infanzia, distanti tra loro, con strade tortuose e poco raggiungibili durante la stagione invernale .Esse andrebbero ad essere unite alla già costituita Scuola Media del Comune di Melito di Porto Salvo, pur essa sottodimensionata, ma naturalmente e ovviamente destinata ad unirsi alla Direzione Didattica presente sul territorio melitese.
In conclusione, chiedendo alle SS.LL. di rivedere l’ipotesi di Piano per quanto riguarda il Comune di Melito di Porto Salvo, si ribadisce 1′ opportunità e la necessità indifferibile di realizzare l’unico Istituto Comprensivo possibile nel Comune con autonomia e dimensione di legge ( con n° 1244 alunni).
Essa si concretizza quale unica soluzione razionale e funzionale per la popolazione melitese che vanta dimensioni tali da essere uno dei più grandi Comuni (circa 12.000 abitanti) dell’area metropolitana di Reggio Calabria.
Certo di un positivo accoglimento della presente istanza, porge distinti saluti.
IL SINDACO
GIUSEPPE IARIA

"Presto decisioni non gradevoli"

Monti ottiene la fiducia anche alla Camera.

Venerdì, 18 novembre 2011 - 11:00:01

Con 556 sì e 61 no, l'aula della Camera ha concesso la fiducia al governo Monti. Giovedì sera l'esecutivo aveva incassato il via libera del Senato con 281 sì e 25 no. Così come a Palazzo Madama, solo la Lega Nord ha votato contro.
Lunedi' mattina "ci sara' un cdm per adottare uno schema di decreto legislativo su Roma Capitale". E' quanto ha annunciato Mario Monti, parlando con i cronisti in una conferenza stampa a Montecitorio. Per quanto riguarda la nomina di viceministri e sottosegretari, il neopremier precisa: "Ci prendiamo ancora qualche giorno". "Le decisioni saranno prese con il criterio di sobrietà e competenza che finora da tutti e' stato riconosciuto".
Mario Monti ha poi ricordato l'ottimo clima instauratosi con le parti sociali durante il giro di consultazioni per arrivare alla formazione del governo. "Si fa il possibile perche' ci sia un'ampio consenso", sottolinea il Professore rimarcando come "sia naturale che le distanze potranno aumentare nel momento in cui verranno presentati i provvedimenti che il governo ha intenzione di varare".
"Sara' innovativo per me e per il Paese la gestione di consensi convergenti verso un progetto e un governo di questa misura". Il premier ha poi scherzato rispondendo ad una domanda di un cronista: "A me e' stato spiegato che non avro' una maggioranza...". "Ci sono molte forze politiche - ha aggiunto il Professore - che si sono riconosciute nell'idea di un impegno nazionale. A me va bene che mi appoggino cosi'...".

 Mario Monti e' tornato sulla "lunga conversazione telefonica sui problemi dell'eurozona" che ha avuto giovedì con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Il premier incontrera' il Cancelliere tedesco e il Presidente francese per un pranzo di lavoro giovedi' a Strasburgo. "Mi hanno incoraggiato", ha spiegato il presidente del Consiglio, che non ha voluto entrare nel dettaglio delle misure necessarie per il rilancio dell'economia, proprio perche', ha spiegato, vuole prima confrontarsi con i partners europei.
LA LEGA APRE A MONTI - "Le parole oggi contano poco. Vediamo il primo provvedimento che portano". Sul federalismo "vedremo alla prova dei fatti". Lo ha detto il leghista Roberto Maroni parlando con i giornalisti alla Camera. "Mi auguro - e' l'auspicio di Maroni - che venga rivisto il patto di stabilita' per consentire di spendere soldi ai comuni virtuosi: se gia' ci fosse questo provvedimento potremo votarlo". Secondo Maroni, quello di Monti "e' un governo politico" e "se ci sono misure lacrime e sangue le contrasteremo" ribadisce. Secondo l'ex ministro dell'Interno, "non e' la vecchia Dc, non c'e' un ritorno al passato ma semmai un ritorno al futuro, per questo e' insidioso. E' una novita' quella che stanno costruendo e noi non vogliamo farne parte".
VENDOLA: PROVO SENTIMENTI DI GRANDE DELUSIONE "Sentimenti di grande delusione" verso i primi passi annunciati dal governo Monti. Sono quelli manifestati dal governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola che oggi ha partecipato alla Conferenza meridionale della Fiom. Vendola rileva "l'abito buono, decoroso" di questo esecutivo che però a suo avviso non basta «senza un cambiamento reale". "Avevamo apprezzato lo stacco, la fine del carosello della volgarità e della pornografia - ha spiegato Vendola ai giornalisti - era uscita una classe dirigente selezionata nei concorsi di bellezza o nei retrobottega del presidente del Consiglio ed entrava in campo, seppure in una fase transitoria di emergenza, una di grande competenza e qualit…. Abbiamo apprezzato la fine di uno stile Berlusconiano che io definisco commercial-pornografico, finalmente sepolto". "Era difficile - ha aggiunto Vendola - vivere in un Paese cos volgare nei confronti delle donne, delle minoranze. Perché lo stile non basta. Sotto l'abito buono, decoroso, che indossa questo governo vorremmo vedere il corpo di un cambiamento reale, di una discontinuit…. Purtroppo il premier Monti nel suo discorso programmatico ha chiarito che non ci sar… un intervento strutturale sulla ricchezza, non ci sar… un intervento sulla patrimoniale, che è l'unico modo oggi per affrontare seriamente la crisi economica e finanziaria, cioŠ chiedendo a quella parte della societ… che si è abbuffata di ricchezza di dare il proprio contributo a rimettere in piedi il Paese". "Non c'è questo - secondo Vendola - ma c'è un'allusione inquietante ad interventi sul tema previdenziale e sul mercato del lavoro, e c'è un inquietantissimo riferimento all'attuazione delle riforme del ministro Gelmini, cosa che non mi pare essere un preludio ad un felice rapporto con le giovani generazioni".
LA GIORNATA
Una fiducia "non cieca, ma vigilante". Il presidente del Consiglio si presenta a Montecitorio per ottenere il via libera al suo esecutivo. "Ci sentiamo veramente in spirito di servizio - ribadisce come ha già fatto giovedì a Palazzo Madama -, con un atteggiamento di umiltà, ma anche di determinazione, per favorire una almeno parziale deposizione delle armi". La speranza, che però suona quasi come un avvertimento, è quella di poter "agevolare la presa di posizioni, anche non facili e gradevoli, nel breve periodo". Quindi un annuncio importante: "La prossima settimana sarò a Bruxelles e avrò un incontro, su loro proposta, con Merkel e Sarkozy: un incontro a tre". L'obiettivo è "avere permanentemente d'ora in poi il contributo dell'Italia nella soluzione dei problemi dell'euro". Il passaggio è stato molto apprezzato dalla maggior parte dei presenti, anche se quando Monti ha citato il presidente francese e la Cancelliera tedesca nell'emiciclo si sono levati pochi deboli fischi.
In Aula Monti ha ribadito che il suo sarà un "governo di impegno nazionale" ed è anche tornato a respingere con forza l'accusa di essere a capo di un esecutivo di "poteri forti. Sono espressioni di pura fantasia, che ritengo offensiva", ha detto il premier. "Poteri forti? Magari l'Italia ne avesse un po' di più", ha aggiunto ironico. E ancora: "Io per il business Usa ero come Saddam Hussein". Il governo, è la convinzione di Monti, dipende dal Parlamento. "Da parte nostra - c'è una profonda dipendenza del governo dal Parlamento, ma non userei il termine di "staccare la spina": non ci consideriamo un apparecchio elettrico, e saremmo incerti se essere un rasoio o un polmone artificiale. Dureremo quanto vorrete, ha specificato in sostanza il numero uno dell'esecutivo rivolto ai deputati. "La mia «intenzione è proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni".
Nella sua replica alla Camera il premier ha anche affrontato il tema assai spinoso del federalismo. "Ieri ogni tanto avevo dei soprassalti identitari al mio interno, mi dicevo ma tu non sei settentrionale, lombardo, varesino?", ha raccontato Monti, assicurando che non vi è alcuna "contraddizione tra il rispetto per quanto è stato già deciso in materia di federalismo e una specifica attenzione nella coesione territoriale, il valore che interessa tutti poi dipende da modalità con cui viene realizzato".
Lega a parte, anche alla Camera come al Senato Monti può contare su un ampio appoggio. In primis quello del Pd. Dario Franceschini nel suo intervento ha voluto ringraziare il neo-presidente del Consiglio augurandosi che il suo mandato duri "fino alla fine della legislatura. Grazie per aver messo la sua credibilità internazionale e le sue competenze al servizio del Paese. Ci ricorda tanto Ciampi che si assunse l'onere di mettere a disposizione la sua credibilità internazionale per far uscire l'Italia da un momento di crisi".
"L'Italia ha bisogno di una legge del buon esempio", ha affermato il capogruppo Idv Massimo Donadi. Fiducia al Governo Monti sì ma non in bianco, in assenza di chiarezza sugli impegni programmatici: è la posizione espressa da Antonio Di Pietro. La Lega con Pierguido Vanalli ha ribadito il suo "no" al governo Monti. "Senza la disponibilità del Pdl e di Silvio Berlusconi ad appoggiare il governo Monti, ora ci sarebbero state le elezioni anticipate", ha sottolineato nel suo intervento il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Berlusconi - ha aggiunto - ha fatto due atti di responsabilità: ha dato le dimissioni e ha deciso di dare l'appoggio a questo governo e senza questo appoggio non staremmo a discutere qui ma a preparare le elezioni. Quindi rivendichiamo un ruolo di responsabilità".
Un sostegno, senza se e senza ma è la dichiarazione del vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. "Senza turarci il naso e senza retropensieri, in Italia la ricchezza è cresciuta, ma è stata mal distribuita. Questo Paese va cambiato e modernizzato. Noi ci saremo e daremo il nostro contributo". Il richiamo alla coesione è in sintesi il pensiero di Pierfedinando Casini dell'Udc: "Siamo chiamati, voi che avete sostenuto l'ex governo e noi che lo abbiamo contrastato, a pacificare l'Italia", sostiene il leader centrista invitando a trovare un "minimo comun denominatore" in nome della coesione e dell'integrazione. "No a dualismi tecnici e politici, evocazione incongrua" usata come alibi, "come i poteri forti". Quello che conta, sostiene Casini è "ricucire l'Italia. e questa è una pagina che deve svolgere il Parlamento".
La Lega prende la parola con Marco Reguzzoni che dice subito: "Non daremo fiducia a questo governo. Abbiamo paura che questo governo sia vorace come le banche di cui è espressione. Non concordiamo sul programma: dalle pensioni alle riforma dello stato centralista". Quello del Nord, aggiunge "è un territorio e un popolo che non può più accettare di pagare per chi vive su spalle degli altri", dice Reguzzoni avvertendo il premier del rischio di ritrovarsi contro "l'opposizione della Padania intera" (frase che ha scatenato la reazione del Centrosinistra). La Lega, attraverso il suo Presidente dei deputati alla Camera, dichiara però: "Voteremo i provvedimenti che riterremo utili per sostenere le famiglie".
Una "fiducia senza paletti" è la prima dichiarazione del segretario Pd, Pierluigi Bersani. "Tuteleremo il suo governo verso chi vorrà scaricare responsabilità che non ha", dice Bersani rivolgendosi al Professore. "Non pretenderemo mai di dettarvi i compiti. Vi sosteremo lealmente, con l'orgoglio e la bussola delle nostre idee. Non chiediamo miracoli e ci fa piacere che non ne promettiate. Chiediamo sobrietà e desideriamo verità e fiducia perché la fiducia nasce solo dalla verità e ci fa piacere di aver ascoltato solamente parole di verità sulla crisi".
"Voteremo compatti la fiducia al governo formato da ministri degnissimi della loro missione", esordisce il segretario Pdl, Angelino Alfano che parla di un governo di "tregua" e parla di "sacrificio ai principi". Non solo del Pdl: "Bisogna trasformare l'euro in una vera moneta comune, con una banca centrale in grado di essere prestatore di ultima istanza", dice. "L'euro sta fallendo la sua prima vera grande prova e siamo chiamati a una gigantesca opera di riconversione del sistema monetario, anche con la revisione dei trattati". Un governo tecnico, riconosce il segretario Pdl, "politicamente legittimato da un voto del Parlamento, ma non è un governo delle larghe intese o del compromesso storico. Sarebbe la riedizione della storia una volta come tragedia e la seconda come farsa", ha sottolineato Alfano, che ha definito "amici" gli esponenti della Lega Nord e ha espresso un deciso "no" alla patrimoniale.
Si era parlato di un intervento dello stesso Silvio Berlusconi per il Pdl. In mattinata però il deputato Osvaldo Napoli ha annunciato che la dichiarazione di voto verrà fatta da Angelino Alfano, "mentre Berlusconi non parlerà". Ma l'ex premier interviene durante le dichiarazioni di voto. "Ho letto sui giornali cose che non ho mai pronunciato. Non ho mai detto che staccherò la spina a Monti" dice, rispondendo ad Alessandro Poggi di Ballarò.
'Traffico' di saluti ai banchi del governo e qualche nota di colore durante la seduta. Domenico Scilipoti si è presentato a Montecitorio con una vistosa fascia nera al braccio. Molti deputati si sono avvicinati ai collega per chiedere il perché di quella fascia. Scilipoti non ha risposto ma ha consegnato a tutti un volantino che riproduce un manifesto mortuario in è rappresentata una croce nera con sotto scritto "oggi è morta la democrazia parlamentare. Il popolo Sovrano ne dà il triste annuncio al Paese".
Primo incontro tra il nuovo capo del governo e il Pontefice venerdì mattina all'aeroporto romano di Fiumicino. Monti ha accolto Benedetto XVI direttamente sotto la scaletta dell'elicottero con cui il Papa è arrivato alle 8.42 dal Vaticano. Una lunga stretta di mano e uno scambio di saluti ha suggellato l'incontro, particolarmente cordiale. Il nuovo presidente del Consiglio ha poi accompagnato il Santo Padre fino alla scaletta dell'aereo, un Airbus A330 dell'Alitalia, che lo condurrà in Benin.
Il Professore incassa anche la benedizione della Sir, l'agenzia dei vescovi. Bisogna "tradurre la fiducia" ottenuta nelle aule parlamentari "in un'iniezione di fiducia per il Paese tutto, che non solo ne ha bisogno, ma anche la desidera. "A partire dai giovani", ha scritto l'organo della Conferenza episcopale italiana. Martedì prossimo, infine, il premier sarà a Bruxelles per presentare il suo piano di riforme al presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy.

complimenti al Trap e al "furbo tifoso"

Clamoroso: tifoso irlandese si traveste, va in panchina e festeggia con il Trap.

trapattoni
Ma come ha fatto? E' questa la domanda che tutti si fanno di fronte a quel che ha combinato un tifoso irlandese, tale Conor Cunningham, ora su tutti le prime pagine dei siti britannici e non solo.

Nella gara di ritorno dello spareggio per Euro2012 tra Estonia e Irlanda (con la qualificazione della nazionale di Trapattoni), Conor Cunningham, 27enne insegnante di educazione fisica, era tra i tifosi irlandesi accorsi a Tallin. Per il prezzo troppo alto dei biglietti, si è intrufolato nello stadio approfittando di un'entrata incustodita.
 
Alla fine di un corridoio ha trovato una divisa della nazionale estone e, senza pensarci, l'ha indossata. Poi è sbucato sul terreno di gioco e si è trovato sulla panchina dell'Estonia con le riserve e l'allenatore Tarmo Ruutli. Conor ha ripreso tutto con il suo cellulare.

Soltanto dopo 15 minuti dall'inizio della partita un delegato UEFA si è accorto dell'intruso. Il tifoso a quel punto ha dovuto lasciare la panchina ma poi ha trovato comunque il modo di festeggiare in campo con i calciatori irlandesi e di seguire da vicino le interviste del dopo gara.

Cremonini sarà stato uno dei testimoni presumo

Malika Ayane, sposa a Las Vegas

Dopo aver detto addio a Cremonini, la cantante ha fatto subito il grande passo

Dopo aver detto addio a Cremonini, la cantante ha fatto subito il grande passo - 1 (© OLYCOM)
Dopo mesi di indiscrezioni, finalmente Malika Ayane ha confermato di essersi sposata, anche se per il momento solo a Las Vegas. Le vere nozze avverrano a dicembre, come raccontato a Vanity Fair. Dopo la storia importante con Cesare Cremonini, terminata alla fine del 2011, a maggio di quest'anno per lei è arrivato l'amore per l'amico di lungo tempo e regista Federico Brugia.
“Quest’estate, con le nostre tre bimbe [avute da precedenti relazioni, NdR] siamo andati per quindici giorni in California, poi in Nevada, e l’ultimo giorno di vacanza abbiamo celebrato il matrimonio nella cappella di un albergo”, ha raccontato Malika alla rivista. “È stato divertente: le piccole sembravano tre meringhe. Io ero in bianco e jeans, Federico aveva noleggiato lo smoking più brutto del mondo. E per la marcia nuziale c’erano due casse gracchianti a torturarci le orecchie”.
Cremonini non sarà tra gli invitati alla cerimonia, perché sarebbe “inopportuno”, però la Ayane dice di volergli ancora bene. “Una persona come lui la porterò sempre dentro di me. L’ultima volta che l’ho chiamato è stato pochi giorni fa, quando era a Roma con Pupi Avati per Il cuore grande delle ragazze”.
FOTO: GETTYIMAGES

giovedì 17 novembre 2011

Benigni, noi Paese della resurrezione

Al Parlamento Europeo con un piede ingessato 'colpito da uno che ha fatto passo indietro'

09 novembre, 22:28

Roberto Benigni durante il suo intervento al Parlamento Europeo Roberto Benigni durante il suo intervento al Parlamento Europeo
di Marco Galdi
BRUXELLES - "Chiedo scusa per l'ingessatura, purtroppo in Italia mi è venuta addosso una persona che ha deciso di fare un passo indietro. Mi avevano detto di stare tranquillo, non si muove. E invece...". Applausi. Così Roberto Benigni dà il via al suo show nella plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles. Celebra il 150/o dell'Unità d'Italia con una Lectura Dantis del XXVI canto dell'Inferno, quello dedicato ad Ulisse "inventore dell'inganno". Nei giorni in cui i mercati azzannano l'Italia e la politica non riesce a trovare soluzione, Benigni trasforma lo show in una dichiarazione d'amore per l'Italia: "paese della resurrezione", "paese del miracolo permanente". Tra gli oltre mille invitati stipati nell'aula per ascoltarlo, non c'é Gianni Letta "impegnato a Roma". Ma arriva un messaggio del presidente Napolitano: "L'Italia saprà serrare le fila" davanti alla crisi che diventa il filo conduttore dello spettacolo. Ci sono invece Giuliano Amato (Benigni lo definisce "l'uomo che più diffonde il sentimento nazionale oltre al presidente Napolitano"), il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, la ministra per gli affari europei Anna Maria Bernini, i capigruppo europei Pdl e Pd Mario Mauro e David Sassoli. Benigni prende la scena al centro dell'emiciclo. Ha la gamba sinistra ingessata.
"Guarda tu che combinazione, sono caduto. E' periodo di cadute in Italia". Poi, un'ora e mezza di spettacolo in bilico come sempre tra commento politico e poesia pura. Un'orazione per l'Italia dove "investire è una cosa straordinaria" perché questo "non è il paese del Risorgimento o del Rinascimento, ma della Resurrezione...". "Siamo il paese del miracolo permanente. Voi non potete sapere cosa può fare questo Paese...". Ma prima altre battute sul governo, senza mai citare Berlusconi. "Non vedo il presidente del Consiglio: pensavo che per una cosa così... Non è che è successo qualcosa e non è potuto venire? Prima di partire dall'Italia l'ultima frase che ho sentito dire è: 'La maggioranza e' solida...'. Deve essere successo qualcosa...". E ancora: "Senza governo è il modello belga, un modello strepitoso! Quindici mesi senza e tutto è andato su. Invece noi ce l'abbiamo. Che vuoi fare...". E ancora: "Sono contento di essere qui, a Bruxelles ho mangiato le 'moules et frites'. Era tanto che non mangiavo, in Italia. Sempre scatolette di tonno, perché nei ristoranti non si entra. Sono pienissimi...". Per chiudere il fuoco d'artificio politico con un "ci siete tutti? C'é la maggioranza spero. Non mi fate scherzi, eh. Magari c'é qualche traditore tra di voi: sette-otto e magari è qualcuno che è andato in bagno. Non è che tra i traditori c'é anche il Manneken-Pis (ndr,monumento simbolo di Bruxelles)?".
E quando si fa serio passa in rassegna la storia, l'arte, la musica, la poesia di Dante, dell'intero paese. Un atto d'amore per un'Italia che "non potete sapere quante ne abbiamo passate" dal disgregamento dell'Impero, a Carlo Magno e Napoleone "che si sono fatti incoronare imperatori in Italia e si sono portati via mezza Roma e mezza Italia", ma è sempre saputo ripartire. Col suo tocco ricorda che l'Italia degli inventori delle banche "ha prestato soldi a tutta l'Europa e adesso abbiamo un debito, ma ora chi gli va chiedere i soldi a Edoardo I d'Inghilterra che non ce li ha mai ridati?". E non dimentica la Grecia, con la quale "abbiamo un debito immenso" per il "pensiero, la filosofia e la logica" regalati al mondo. Tanto che tutti le dovrebbero "pagare un euro al giorno". Su tutto, una certezza: "Questo è un momento straordinario per l'Italia, perché la speranza si manifesta nella disperazione compiuta".

30 anni per Danilo Restivo

Condanna a 30 anni per Danilo Restivo

13 novembre, 21:19
 
SALERNO - Quando ha sentito che Danilo Restivo era stato condannato a trenta anni, al massimo della pena prevista, Filomena ha alzato gli occhi al cielo: "Elisa, figlia mia, giustizia è stata fatta", ha detto. Poi, ha pianto. E come lei, quasi tutti nell'Aula G 207 del Tribunale di Salerno dove oggi l'omicida di Elisa Claps, a 18 anni dalla sua morte, è stata condannato dal giudice Elisabetta Boccassini. Elisa, 18 anni fa, era poco più che una bambina. Aveva 16 anni quando fu accoltellata più e più volte nel sottotetto della Chiesa della SS. Trinità di Potenza. Lì dove è stata per 17 anni e lì dove, il 17 marzo dello scorso anno, è stata ritrovata. Non era più un corpo, no. Di lei c'erano solo dei resti, "non ho potuta neanche toccarla, abbracciarla", dice mamma Filomena che oggi era piena di rabbia. E di emozione.
Guai a parlarle di perdono, "mai per Restivo", ha ripetuto per tutto il giorno. "Se me l'avesse fatta ritrovare, se me l'avesse fatta abbracciare, allora forse le cose sarebbero state diverse", dice. Ma Restivo non lo perdonerà mai. Ed è a Danilo, "che deve marcire in Inghilterra" dove è detenuto per l'omicidio di un'altra donna, che mamma Filomena si rivolge: "Prendi carta e penna e scrivimi la verità, dimmi chi ti ha coperto". E lo stesso appello lo rivolge anche alla mamma di Danilo: "Ha sempre detto al figlio di non parlare, di non rispondere, ora gli dica di dire la verita". La verità, già. Quella ancora deve uscire. Perché si sa che Danilo Restivo ha ucciso Elisa. Ma non si sa chi lo aiutato. Ed è per questo che mamma Filomena, al collo oggi un crocefisso che aveva indossato sua figlia, se la prende come sempre, in questi 18 anni, con la Chiesa: "Sono cattolica, cristiana, credente ma quello che hanno fatto a me e ad Elisa determinati membri della Chiesa non dovevano farlo. Ed è la verità sulla Chiesa che voglio e che deve venire fuori a tutti i costi". Quella stessa Chiesa di Potenza che oggi, alla sentenza di condanna, ha riservato un secco "no comment". Se la prende, poi, mamma Filomena, anche con il magistrato "che ha condotto le prime indagini, si deve fare un esame di coscienza. Cosa ha fatto per Elisa, quanto dolore mi ha dato in questi 18 anni, avrei potuto abbracciare Elisa se me l'avesse fatta trovare quel giorno stesso.
Oggi non ho potuto toccare Elisa, non la potrò toccare, posso solo andare sulla sua tomba". Trenta anni, dunque. Il massimo della pena che si poteva ottenere, visto il rito abbreviato. E poi, 700mila euro di risarcimento provvisionale, interdizione perpetua dai pubblici uffici e libertà vigilata per tre anni dopo l'espiazione della pena. E dire che i difensori di Restivo, Mario e Stefania Marinelli, oggi nella loro arringa hanno cercato di cambiare innanzitutto l'immagine di Restivo, "non un mostro, un ragazzo un po' strano ma non un serial killer". E poi, il giorno della sua scomparsa "Danilo ha incontrato Elisa in chiesa, poi l'ha vista uscire". Come dire, nel sottotetto non c'é mai salito con Elisa che è "piuttosto andata con qualcuno di cui si fidava". Nell'assoluzione ci speravano. Ed ora, a sentenza di condanna pronunciata, annunciano che faranno appello, subito dopo aver letto le motivazioni. Emozionata anche l'impassibile pm Rosa Volpe che in questi anni, insieme a Luigi D'Alessio, non si è mai fermata e non si fermerà visto che ha aperto un'inchiesta anche sul ritrovamento del corpo di Elisa, che potrà far luce sui sodali di Danilo: "Giustizia è stata fatta nei limiti che può fare una sentenza per un fatto così grave". E' commossa, tanto, anche l'avvocato dei Claps, Giuliana Scarpetta: "E' solo colpa della Chiesa se Restivo non ha avuto l'ergastolo.
Ma noi non ci fermeremo, scopriremo tutta la verità ". Mamma Filomena, piena zeppa di dolore, ha la forza di abbracciare idealmente anche le altre mamme che hanno perso i loro figli senza un perché: immediatamente dopo la sentenza, ricorda le mamme di Angela Celentano, Meredith Kercher, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio, Emanuela Orlandi, e tante ancora che non hanno smesso di lottare e cercare la verità. Accanto a lei, come sempre, ci sono i figli Luciano e Gildo. Anche loro hanno gli occhi lucidi. Gildo parla di giustizia, di verità. Poi, si ferma, respira e parla con Elisa: "Cara sorellina, ce l'abbiamo fatta".

Cervello comprende parole per immagini

Scoperta potrebbe aiutare soggetti con problemi lettura

16 novembre, 18:28

(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Tutte le parole che impariamo sono catalogate nel cervello in base al loro aspetto visivo e non al suono. Lo ha scoperto uno studio della Georgetown university, presentato al meeting della Society for Neuroscience, che potrebbe far comprendere la causa di alcuni problemi come la dislessia. Cio' potrebbe aiutare i soggetti che hanno problemi di lettura. Se le persone dislessiche hanno problemi nel formare il 'dizionario visivo', per i ricercatori si potrebbero aiutare con degli esercizi specifici

saranno all'altezza? di elevata c'è l'età media dei membri del nuovo governo: 63 anni.

Governo, tutte le questioni aperte

Liberalizzazioni, Ici, pensioni, attesa agenda per crescita

17 novembre, 08:32
Monti
Governo, tutte le questioni aperte
Liberalizzazioni, Ici, pensioni, attesa agenda per crescita. Ecco tutte le questioni aperte.

PENSIONI. E' probabile un intervento sull'estensione del contributivo pro rata per tutti. Ma non è escluso che a questa misura si affianchi, come più volte auspicato dal neo ministro Elsa Fornero, l'introduzione di una fascia flessibile per l'uscita tra i 63 e i 70 anni per uomini e donne (chiaramente chi resterà al lavoro più a lungo riceverà un assegno più sostanzioso). E' inevitabile dopo il pressing dell'Europa una stretta sulle anzianità, bloccando di fatto il pensionamento prima dei 60 anni.

LIBERALIZZAZIONI. Si punterebbe a una maggiore concorrenza in diversi settori, dal commercio ai trasporti, ai servizi.

PRIVATIZZAZIONI. Potrebbe esserci un'accelerazione sulle municipalizzate con una progressiva uscita del pubblico dai servizi locali.

PATRIMONIO.
Per far fronte al debito, a quota 1.900 miliardi di euro, Monti potrebbe da subito annunciare un piano di dismissioni di asset non strategici. A livello europeo Monti invece non ha mai nascosto il suo favore per gli Eurobond.

PATRIMONIALE. All'esame l'ipotesi di una tassa sui grandi patrimoni, oltre un milione di euro. Secondo quanto si apprende, questa potrebbe però essere una carta che il governo non giocherebbe nell'immediato ma solo successivamente, se necessario.

ICI. Più probabile invece il ritorno dell'Ici, l'imposta comunale sugli immobili, anche sulla prima casa. Potrebbe anche essere messa in cantiere la revisione delle rendite catastali.

TAGLI ALLA POLITICA.
Monti ha annunciato che uno degli obiettivi del nuovo governo è la lotta ai privilegi. E' immaginabile una stretta ai costi della politica.

LAVORO. Possibili misure per garantire una maggiore flessibilità.

FISCO. Alleggerire il carico fiscale su lavoro e imprese: è uno degli obiettivi. Oggi (ieri, ndr) però la Corte dei Conti, riferendosi alla crisi e alle manovre che ci sono state, ha evidenziato come "la riforma sia stata spiazzata dagli eventi". E che dunque ora servirà per fare cassa più che per riequilibrare il sistema fiscale.

mercoledì 16 novembre 2011

Agnelli: "Vogliamo un tavolo di riforma"

Juventus, Agnelli: "Vogliamo un tavolo di riforma"
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
La redazione di Tuttomercatoweb.com segue per voi la conferenza stampa del presidente della Juventus Andrea Agnelli dal Media Center di Vinovo.
- GOVERNO - "Questa mattina il presidente del CONI Petrucci ha tenuto una conferenza stampa, pur non citando la Juventus, è stato chiaro il riferimento alla nostra società. Petrucci ha parlato di doping legale. Ha fatto giuste riflessioni sul momento del Paese, oggi si è insediato il nuovo governo e tutta la Juventus e io personalmente facciamo un augurio al professor Monti e ai ministri. La cosa più opportuna oggi come oggi è che ognuno faccia il proprio mestiere, io faccio con onore il presidente della Juventus.
- ARMONIA NEL CALCIO - "Petrucci ha chiesto più armonia e serenità nel mondo del calcio. Credo sia giusto che ogni volta che l'Istituzione lancia un appello cogliere lo stesso appello.
La Juventus ha sempre rispettato tutte le regole e continuerà a farlo. Tanti episodi dal maggio 2010 ad oggi e non facciamo di tutta erba un fascio.
- TEMPI DELLA GIUSTIZIA SPORTIVA - "Il nostro esposto del 2010 diventa lettera morta dopo quattordici mesi. Un maxiprocesso come quello del 2006 ha avuto corso in quattro mesi, per avere risposta ad un esposto di poche pagine invece c'è stato da attendere otto mesi.
"La Juventus rimane sempre fiduciosa nella giustizia sportiva", afferma il presidente Agnelli.
Il massimo dirigente bianconero ora passa a prendere in esame, e leggere, la relazione del procuratore Palazzi del 2011, nella quale cita a più riprese l'Inter.
- FIDUCIA - "A me piace ricordare che la Juventus ha sempre avuto fiducia nell'ordinamento sportivo, solo quando il Consiglio Federale si è dichiarato incompetente, la società ha impugnato ogni mezzo per difendere le proprie ragioni"
"Accolgo il richiamo al rispetto delle regole del presidente Petrucci, ma regole che devono essere uguali per tutti".
- CLIMA BOLLENTE - "Il clima è estremamente riscaldato, ma è giusto capire perché la Juventus ha voluto seguire un determinato percorso. Petrucci ha chiesto di fare a tutti un passo indietro, ma voglio altresì ricordare come molte situazioni legislative di giustizia sportiva sono ferme. Il mondo dello sport deve confluire ad un tavolo per una auspicata crescita".
- LEGGI PER IL CALCIO - "Il mondo del calcio ad alto livello è anche business e deve avere leggi certe per essere governato"
"E' sempre doveroso, nei procedimenti giudiziari, attendere il terzo grado di giudizio".
- RICHIESTA DANNI - Richiesta di danni di 440 milioni di euro, un passo indietro? "Ci sono dei problemi aperti, siamo molto sereni, c'è necessità di un tavolo aperto, la cui agenda la dovrà fissare il presidente Petrucci. Della Valle nei mesi scorsi chiese un tavolo generico, senza stabilire i ruoli. Ora Petrucci ha fatto un appello al sistema dello sport italiano, appello condivisibile. Lavorare tutti assieme per il futuro dello sport italiano è doveroso, se convocasse questo tavolo, personalmente sarei pronto a partire questa sera stessa per sedermi e parlarne".
Qualora l'appello non venisse accolto dall'Inter? "Io valuto solo i fatti"
- MOGGI E GIRAUDO - "Abbiamo sempre riconosciuto le responsabilità della gestione, Moggi e Giraudo hanno due procedimenti aperte, serve sempre aspettare tre gradi di giudizio, poi valuteremo".
- TAVOLO - Il presidente Andrea Agnelli chiude ribadendo il concetto principale della conferenza: "Aspettiamo un tavolo di lavoro, sarà Petrucci a dettare l'agenda".

Il Coni chiude calciopoli

PETRUCCI "PER CONI SCUDETTO 2006 E' DISCORSO CHIUSO"  - "Dopo quest'ultima sentenza, a chi porta vantaggi proseguire... Se si fa un passo indietro se ne fanno due avanti, chi ha piu' intelligenza la metta al servizio degli altri. Il mio e' un appello, ma forse gli appelli non servono piu'". Cosi' il presidente del Coni Gianni Petrucci, durante la conferenza stampa al Salone d'Onore del Coni, commentando la sentenza di incompetenza del Tnas sulla revisione dello scudetto del 2006 chiesta dalla Juventus. "Non so se sia giusto aver dato quello scudetto all'Inter, non sta al Coni dirlo - ha aggiunto Petrucci - Le regole pero' sono state rispettate e per il Coni il discorso e' chiuso. Chi lo vuol riaprire creera' problemi alla serenita' del calcio italiano: oggi si vive anche di credibilita' e di curriculum. Abbiamo avuto un contenzioso con la Lazio, nelle scorse ore abbiamo ritirato il reclamo, dimostrando buona volonta'". Circa la commissione di esperti di diritto a cui il Coni si affidera', composta da Pasquale De Lise, Paolo Salvatore, Piero Alberto Capotosti, Roberto Chieppa e Giulio Napolitano, il numero uno dello sport italiano assicura che "i tempi saranno rapidi. Ci sono chiare regole ma si supera ormai sempre la clausola compromissoria, andando direttamente al tribunale. Questi esperti dovranno dirci se c'e' questo superamento e come difenderci da questi ricorsi perenni ai tribunali".

questi sono i prescelti.

Ecco chi sono i ministri del governo Monti: i profili

Mercoledì, 16 novembre 2011 - 13:40:10
Il Governo Monti ha 16 ministri piu' l'interim dell'Economia. Il Governo Berlusconi IV aveva 23 ministri. Le differenze sono: Passera ha le deleghe di Sviluppo e Infrastrutture (Romani e Matteoli); Fornero ha le deleghe di Lavoro e Pari opportunita' (Sacconi e Carfagna). Scompaiono i ministri per l'Attuazione del programma di Governo (Rotondi), Pubblica amministrazione (Brunetta), Riforme per il federalismo (Bossi), Gioventu' (Meloni), Semplificazione normativa (Calderoli). Nasce invece il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione (Riccardi).
CANCELLIERI, AL VIMINALE PREFETTO CHE 'RISOLVE PROBLEMI' - Anna Maria Cancellieri, 67 anni, romana, e' sposata e ha due figli. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche nella capitale, ha iniziato la sua carriera a Milano negli anni '70 come responsabile della comunicazione della prefettura prima di diventare sub-commissario al comune. Prefetto in citta' come Vicenza, Bergamo, Catania (dove e' stata anche commissario del Teatro Bellini, fino a due anni fa) e Genova (dove gesti' con successo la difficile trattativa con i camalli, che minacciavano di bloccare il porto, consolidando la sua fama di esperta nel "problem solving"), e' in pensione dal 2009. E' stata nominata meno di due mesi fa commissario di Parma, dopo le dimissioni del sindaco Pietro Vignali: dal 2010, per piu' di un anno, aveva ricoperto lo stesso ruolo a Bologna, "traghettando" il Comune dallo scandalo che travolse Delbono fino alle elezioni vinte da Virginio Merola. Un'esperienza ritenuta positiva da tanti, a dispetto dei durissimi tagli, tanto da guadagnarle la proposta - rifiutata - di una candidatura alle amministrative da parte di una lista civica appoggiata dal centrodestra. E' una grande appassionata di musica lirica, fortemente impegnata nella difesa delle donne e della loro inscindibile dignita' di lavoratrici e di madri.
SEVERINO, LA PRIMA VOLTA DI UNA DONNA ALLA GIUSTIZIA - E' Paola Severino il nuovo ministro della Giustizia del Governo Monti. Per la prima volta nella storia della Repubblica una donna e' Guardasigilli. Napoletana, avvocato penalista e consulente di societa', banche e associazioni di categoria, e' stata membro di commissioni ministeriali per la riforma della legislazione penale e processuale, ed e' vice Rettore della Luiss. Il nuovo Ministro vanta un lunghissimo curriculum come docente di diritto penale in Universita' pubbliche e private. Ha lavorato nello staff di Giovanni Maria Flick, ministro della Giustizia nel governo Prodi. Dal luglio del 1997 fino al luglio 2001 ha rivestito la carica di Vice Presidente del Consiglio della Magistratura Militare. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Marisa Bellisario dedicato al tema delle "Donne per una giustizia giusta".
FORNERO, AL WELFARE LA DAMA TORINESE ESPERTA DI PENSIONI - Un'esperta di pensioni, allieva di Onorato Castellino. Una dama torinese, elegante ma non troppo convenzionale, misurata e con una volonta' di ferro. Elsa Fornero, 63 anni, prende la guida del ministero del Lavoro, con delega alle Pari Opportunita', nella nuova squadra di governo targata Monti. Docente di Economia all'Universita' di Torino, direttore del Cerp, il Centre for Research on Pensions and Welfare Policies, uno dei maggiori centri studi sullo stato sociale in Italia e in Europa. Componente del Nucleo di Valutazione della spesa previdenziale del ministero del Lavoro, il suo campo d'azione, la previdenza, e' uno degli argomenti piu' caldi del momento. E' una strenua sostenitrice dell'estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori e la sua nomina viene letta come scelta 'rigorista' da parte del nuovo esecutivo. Di previdenza Fornero si e' occupata anche per la Banca Mondiale, di cui e' stata consulente in Russia, Lettonia, Macedonia e Albania. Con la sua fermezza e' riuscita a scalare uno dei mondi piu' maschilisti, quello del credito. Il suo rigore intellettuale, accompagnato a uno spirito pratico, l'ha portata a diventare vice presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Editorialista de 'Il Sole 24 Ore' e collaboratrice de 'Lavoce.info', il suo campo di studio abbraccia anche il risparmio delle famiglie e le assicurazioni sulla vita. E' stata membro del comitato scientifico di Confindustria, e membro del consiglio direttivo della Societa' italiane degli economisti.
ORNAGHI, AI BENI CULTURALI IL RETTORE DELLA CATTOLICA - Il nuovo ministro dei Beni Culturali e' Lorenzo Ornaghi, classe 1948, laureato in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano nel 1982 sotto la direzione del maestro e mentore Gianfranco Miglio, da quasi dieci anni, per l'esattezza dal primo novembre 2002, Rettore dell'universita' Cattolica del Sacro Cuore. Nell'Ateneo cattolico Ornaghi ha percorso le tappe principali della carriera accademica. Ricercatore dal 1980 al 1987, diventa professore associato a partire dall'anno accademico 1987/88, quando viene chiamato dall'Universita' di Teramo (dove dal 1987 al 1990 ha insegnato Scienza della politica e Psicologia politica e comportamenti di massa alla facolta' di Scienze politiche). Dall'anno accademico 1990/91 torna a tempo pieno all'Ateneo di largo Gemelli, diventando titolare della cattedra di Scienza politica nella facolta' di Scienze politiche, a partire dal 1994 in qualita' di professore di prima fascia. Autore di numerosi volumi e saggi pubblicati su riviste italiane e internazionali, si e' occupato in modo particolare dello Stato e delle sue trasformazioni, di rappresentanza e organizzazione degli interessi, di linguaggio politico. Nel 2001 con Vittorio Emanuele Parsi ha pubblicato per Laterza 'Lo sguardo corto. Critica alla classe dirigente italiana'. Nel 2002 ha curato la raccolta 'Globalizzazione, nuove ricchezze e nuove poverta'' edito da Vita e Pensiero. Da gennaio 2003 e' direttore della "nuova serie" della rivista di cultura e dibattito "Vita e Pensiero". Negli ultimi anni, oltre che alle indagini sul sistema politico e sulle elite dell'Italia, si e' dedicato allo studio dell'integrazione politico-istituzionale dell'Europa e al tema della Costituzione europea, argomenti a cui lo stesso premier Monti e' molto sensibile. E' componente del gruppo del Comitato Nazionale per il Progetto culturale orientato in senso cristiano della Cei. Dal 1998 Ornaghi e' membro del Consiglio di Amministrazione di Avvenire, di cui dal 2002 e' VicePresidente. Nel 2006 ha ricevuto l'Ambrogino d'oro dal Comune di Milano.
BALDUZZI ALLA SALUTE, TORNA AL MINISTERO DOPO ERA BINDI - Giurista, esperto di diritto costituzionale, promotore di movimenti e riviste di area cattolico-sociale, da 4 anni presidente dell'Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Renato Balduzzi, classe 1955, nominato ministro della Salute, e' gia' stato al ministero in qualita' di esperto giuridico del ministro tra il 1996 e il 2000, voluto dall'allora ministro Rosi Bindi, che seguira' poi tra il 2006 e il 2008 sempre come consulente al ministero della Famiglia. Laureato nel 1979, e' stato per anni ordinario di diritto costituzionale all'Universita' del Piemonte Orientale. Da quest'anno e' ordinario nella facolta' di Giurisprudenza dell'universita' Cattolica di Milano. E' stato consigliere giuridico dei Ministri della difesa (1989-1992), della sanita' (1996-2000) e delle politiche per la famiglia (2006-2008), dove collaboro' alla stesura del ddl sui cosiddetti 'Dico', per il riconoscimento di alcuni diritti delle persone conviventi. Ha ricoperto l'incarico di Capo dell'ufficio legislativo del Ministero della sanita' dal 1997 al 1999, presiedendo la Commissione ministeriale per la riforma sanitaria. Dal 2009 e' presidente del Nucleo di valutazione dell'Azienda ospedaliero-universitaria "Maggiore della Carita'" di Novara e, dal 2006, del Comitato di Indirizzo dell'Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna. E' presidente, dal febbraio 2007, dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). E' componente del Comitato scientifico delle riviste "Quaderni regionali", "Amministrazione in cammino", Politiche sanitarie","Dialoghi" e "Studium". Dal 2002 al 2009 e' stato presidente nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale (MEIC, gia' Movimento Laureati di Azione Cattolica). E' direttore, dal 2003, del bimestrale culturale "Coscienza", che si schiero' a favore dell'astensione, come buona parte dei movimenti cattolici, in occasione del referendum del 2005 contro la legge 40 sulla fecondazione assistita.
PROFUMO, IL CAPO DEL CNR ALL'ISTRUZIONE E LA RICERCA - Francesco Profumo, nuovo ministro dell'Istruzione, l'Universita' e la Ricerca Scientifica, e' presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), gia' rettore del Politecnico di Torino. Con un curriculum scientifico e accademico degno di un Nobel, l'ingegnere 58enne torinese e' di simpatie politiche opposte a quelle dell'ex ministro Mariastella Gelmini che lo ha indicato al Cnr, e ha partecipato, sia pure per pochi istanti, alle primarie del Pd per la candidatura del successore di Chiamparino a Torino, prima della discesa in campo di Fassino. Nel suo ultimo incarico, Profumo ha impegnato tutte le sue doti tecniche e, le esperienze internazionali per riportare il Cnr alla sua naturale posizione di leadership della ricerca italiana. Attualmente e' presidente di Columbus, del Forum Torino e del Panel 09 del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) del Miur. Gia' membro del Consiglio di amministrazione di Reply, Fidia S.p.A., Unicredit Private Bank, il 12 aprile 2011 e' stato nominato membro del Consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Ha iniziato la carriera nel 1978 nella Ricerca e Sviluppo in Ansaldo a Genova; nel 1985 si e' trasferito a Torino dove ha intrapreso la carriera di ricercatore universitario e nel 1995 e' diventato professore ordinario di 'Macchine e Azionamenti Elettrici' nello stesso ateneo. Quindi ha assunto la carica di presidente della prima facolta' di Ingegneria del Politecnico dal 2003 al 2005 e dal primo ottobre 2005 quella di Rettore. Il suo rettorato e' stato caratterizzato da una forte spinta verso la collaborazione con grandi aziende internazionali (da Microsoft a Motorola) e con l'apertura della didattica verso l'estero. Inoltre ha fatto parte di molti gruppi di lavoro internazionali con numerosi riconoscimenti in tutto il mondo e oltre 250 articoli pubblicati.
AGLI ESTERI TERZI,AMBASCIATORE DELLE ECCELLENZE ITALIANE - E' una carriera diplomatica di primissimo piano quella del nuovo ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata. Attualmente ambasciatore a Washington, il 65enne diplomatico bergamasco vanta una lunga esperienza all'Onu, prima nella squadra di Francesco Paolo Fulci che svento' una riforma del Consiglio di sicurezza penalizzante per l'Italia, poi come rappresentante permanente al Palazzo di Vetro. Terzi e' stato anche ambasciatore in Israele tra il 2002 e il 2004, quando curo' la storica visita del leader di An Gianfranco Fini, e direttore generale degli Affari politici. E' il terzo ministro degli Esteri che proviene dalle file della diplomazia, dopo Carlo Sforza e Renato Ruggiero. Terzi si era insediato come ambasciatore negli Usa nell'ottobre 2009, impegnandosi - fra l'altro - nella promozione delle eccellenze del made in Italy, dall'impresa alla ricerca e alla cultura. Tra il 2008 e il 2009 aveva guidato la rappresentanza permanente alle Nazioni Unite, partecipando alle riunioni del Consiglio di sicurezza di cui l'Italia era membro e occupandosi, in particolare, del dossier Afghanistan. In precedenza, alla Farnesina aveva ricoperto gli incarichi di vicesegretario generale e di direttore generale per gli Affari politici, da dove aveva potuto continuare a seguire le tematiche Onu. In Israele servi' come ambasciatore durante i difficili anni della Seconda Intifada, occupandosi del rafforzamento delle relazioni tra lo Stato ebraico e l'Unione europea nel semestre italiano di presidenza, dal luglio al dicembre 2003. Nato a Bergamo nel 1946, Terzi si e' laureato in giurisprudenza a Milano, specializzandosi in diritto internazionale. Il suo primo incarico da diplomatico fu al cerimoniale della Repubblica, dove curo' le visite ufficiali delle delegazioni del governo italiano all'estero, per poi trasferirsi a Parigi nel 1975 come primo segretario per gli Affari politici dell'ambasciata. Nel 1978 approdo' nello staff del Segretario generale della Farnesina, prima del trasferimento in Canada in veste di consigliere economico e commerciale dell'ambasciata e poi di Console generale a Vancouver. Nella citta' della British Columbia curo' la rappresentanza italiana all'Expo '86. Dopo un passaggio a Roma, presso la direzione generale degli Affari Economici, fu consigliere politico presso la Rappresentanza italiana alla Nato a Bruxelles negli ultimi anni della Guerra fredda. Dal 1993 al 1998 e' stato a New York presso la Rappresentanza italiana alle Nazioni Unite, inizialmente come primo consigliere per gli affari politici e poi come ministro e vice rappresentante permanente.
AMMIRAGLIO DI PAOLA, DALLA NATO A MINISTRO DELLA DIFESA - L'ammiraglio Giampaolo Di Paola, capo del Comitato militare della Nato ed ex capo di Stato maggiore della Difesa, e' il nuovo ministro della Difesa. Classe 1944, e' nato a Torre Annunziata ed e' entrato in Accademia navale nel 1963 dopo aver frequentato il Collegio Navale "Francesco Morosini"; e' prima comandante, poi capitano di vascello e infine, dopo oltre trent'anni di carriera nella Marina militare italiana, e' nominato Ammiraglio di squadra. Capo del reparto politica militare dello Stato maggiore della Difesa dal 1994 al 1998, nel 1998 viene scelto come capo di gabinetto del ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, ed e' poi confermato dal successore Sergio Mattarella. Nominato segretario generale della Difesa il 26 marzo 2001, mantiene l'incarico fino al 10 marzo 2004, quando e' promosso a Capo di stato maggiore della Difesa. Poi nel 2007 il Comitato Militare della Nato, composto dai capi di Stato maggiore dei ventisei Paesi dell'alleanza, lo ha eletto presidente del Comitato, incarico ricoperto fino al 2008. Nello stesso anno Di Paola lascia il comando dello Stato Maggiore della Difesa, sostituito dal generale di squadra aerea Vincenzo Camporini.
CLINI ALL'AMBIENTE, UN ESPERTO AL MINISTERO DA 21 ANNI - Il nuovo Ministro dell'Ambiente e' Corrado Clini, classe 1947, attuale direttore generale del dicastero e medico chirurgo specializzato in Medicina del Lavoro. Clini e' alla dirigenza del Ministero dal 1990 e oltre agli incarichi istituzionali sino ad oggi ricoperti, ha collaborato con diverse universita' italiane, l'Agenzia europea dell'Ambiente e l'Onu ed ha partecipato all'elaborazione del "Piano per la riduzione delle emissioni di gas serra". E' autore di oltre 40 pubblicazioni scientifiche.
CATANIA, UNA CARRIERA NEL PALAZZO DELL'AGRICOLTURA - Mario Catania, classe 1952, romano, una passione per la montagna. L'attuale capo dipartimento delle Politiche agricole e internazionali del Mipaaf si aggiudica la delega all'Agricoltura nel nuovo governo Monti. Laureato in giurisprudenza, un percorso professionale votato alla pubblica amministrazione, con una lunga esperienza a Bruxelles come esperto di agricoltura nella Rappresentanza Permanente Italiana. Appena ventiseienne entra nel Palazzo dell'Agricoltura a far parte della Direzione del personale e qui approda nel 1987 in quella che allora si chiamava la Direzione della tutela economica dei prodotto agricoli. Dopo un anno vince il concorso per dirigente a soli 36 anni, un indiscutibile primato vista la giovane eta'. Dirige vari settori tra cui quello del latte e della qualita' dei prodotti.
CATRICALA', UOMO ISTITUZIONI DA 6 ANNI ALL'ANTITRUST - Avvocato, consulente giuridico dei ministeri, segretario generale a Palazzo Chigi e, dal 2005, presidente dell'Autorita' garante della concorrenza e del mercato. E' un profilo da uomo delle istituzioni quello di Antonio Catricala', 59 anni, scelto da Monti come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Sposato, due figlie, nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952, Catricala' a ventidue anni si e' laureato con lode in legge a Roma ed e' stato nominato, a seguito di concorso, assistente del prof. Pietro Rescigno all'universita' La Sapienza, Facolta' di Giurisprudenza. Per due anni ha studiato economia, sociologia, storia e scienza dell'amministrazione presso l'Istituto Luigi Sturzo di Roma, dove e' stato allievo di Federico Caffe'. A ventiquattro anni ha vinto il concorso in magistratura ordinaria e ha superato l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense. Ha vinto i concorsi per procuratore dello Stato e, a ventisette anni, per avvocato dello Stato. Ha vinto il concorso per consigliere di Stato con decorrenza dal 1982. Dal 2006 e' Presidente di sezione del Consiglio di Stato in posizione di fuori ruolo. Presidente e componente di collegi amministrativi, ha collaborato con l'Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed e' stato Capo di Gabinetto e consigliere giuridico nei Ministeri. E' stato segretario generale dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, e segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da presidente dell'Antitrust ha lanciato pochi mesi fa, nel corso della sua relazione annuale, l'allarme per le mancate liberalizzazioni, che "sono scivolate via dall'agenda politica", mettendo a rischio "la vitalita', gia' compromessa, del sistema economico".
RICCARDI, DALL'"ONU DI TRASTEVERE" ALLA COOPERAZIONE - Fondatore e leader della Comunita' di Sant'Egidio, l'"Onu di Trastevere" protagonista negli ultimi trent'anni di incontri per il dialogo e la pace all'insegna dell'ecumenismo, Andrea Riccardi e' considerato uno dei laici piu' autorevoli del panorama religioso internazionale. Romano, classe 1950, Riccardi e' uno storico affermato, ordinario di Storia contemporanea all'Universita' di Roma Tre, autore di numerosi saggi tra cui l'ultimo, di grande successo, la biografia di Giovanni Paolo II. Ai primi anni '70, nel popolare quartiere romano di Trastevere, nel pieno della primavera post-conciliare, la creazione della Comunita' di Sant'Egidio, che ha mediato in diverse vicende anche sanguinose degli ultimi decenni, una comunita' di laici che oggi conta 50.000 membri diffusi in 72 paesi: opere di sostegno ai poveri del terzo mondo (mense, scuole, centro per disabili, ambulatori, case famiglia, ospedali), ma soprattutto tanta diplomazia, in uno sforzo incessante di mettere insieme posizioni in partenza diverse che si e' concretizzato con l'iniziativa piu' importante della Comunita', l'incontro interreligioso di Assisi che si tiene ogni anno dal 1986, inaugurato da Papa Wojyla alla presenza dei principali leader religiosi del mondo. Riccardi, per il suo impegno per la pace, ha riconosciuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio per la pace Unesco, la Legion d'Onore della Repubblica Francese, il Premio Balzan e, insieme alla Comunita', il prestigioso premio europeo Carlo Magno. Sant'Egidio e' stata candidata anche al Nobel per la Pace. Di recente si e' parlato molto di lui per una possibile "discesa in campo" in politica: e' stato tra i protagonisti del convegno dei cattolici di Todi, in cui aveva elencato le sfide che ci attendono: "la difesa della vita, la riscoperta del lavoro e del sacrificio, la solidarieta' tra le generazioni".
ENZO MOAVERO, IL SUPER TECNICO UE AGLI AFFARI EUROPEI - Per nove anni braccio destro di Mario Monti a Bruxelles, Enzo Moavero Milanesi e' un 'super tecnico' in affari giuridici che ha iniziato la sua carriera nella Ue quando era ancora Ce. Il nuovo premier Mario Monti che lo ha chiamato per ricoprire l'incarico di ministro per gli Affari europei lo ha incontrato a Bruxelles nel 1995 e dopo una strettissima collaborazione durata quasi un decennio, non l'ha mai perso di vista. Avvocato di 57 anni, Moavero ha da sempre prediletto l'estero: dopo la laurea in legge alla Sapienza nel 1977 e un tirocinio in uno studio legale di diritto internazionale, nel 1982 decide di specializzarsi al College de France di Bruges, dove ottiene il diploma di diritto comunitario. Un anno dopo e' alla University of Texas di Dallas per una nuova specializzazione in diritto internazionale. Quindi la scelta 'europeista': nel 1983, a 29 anni, entra come funzionario della Direzione generale della Concorrenza della Commissione dell'allora Ce, per poi passare al gabinetto del vicepresidente e commissario per la scienza, la ricerca, lo sviluppo, le telecomunicazioni e l'innovazione Filippo Maria Pandolfi, cui succede nel 1989. Consigliere dei governi Amato e Ciampi tra 1992 e 1994, e' il capo del Segretariato per gli Affari Europei nell'ambito del Segretariato generale della Presidenza del Consiglio, dove si occupa anche di coordinamento della politica economica italiana con la politica comunitaria. Quindi l'incontro a Bruxelles nel 1995 con Monti, appena nominato commissario per il mercato interno, che lo nomina capo del suo gabinetto. In seguito diventa segretario generale aggiunto della Commissione Europea. Dal 2005 al 2006 e' direttore generale dell'Ufficio dei Consiglieri per le Politiche Europee della Commissione, e poi giura a Lussemburgo come giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia della Ue, ruolo che ricopre tuttora.