Pagine

venerdì 18 novembre 2011

Reggio: i Tegano infiltrati nella Multiservizi con la ''consulenza'' della famiglia Zumbo

Venerdì 18 Novembre 2011 12:17
 

di Claudio Cordova - Giovanni Ficara e Giuseppe Pelle non sarebbero stati gli unici boss della ‘ndrangheta cui il commercialista Giovanni Zumbo avrebbe prestato i propri “servigi”. La “talpa” delle cosche, con un passato nei servizi segreti, avrebbe, per oltre dieci anni, insieme ai propri familiari, coperto la potente cosca Tegano, originaria del rione Archi, nella gestione della Multiservizi, la società mista del Comune di Reggio Calabria.

La Guardia di Finanza del Comandante Provinciale Cosimo Di Gesù, con l’indagine “Astrea”, avrebbe dunque accertato come i Tegano, attraverso una serie di passaggi societari, sia riuscita, negli anni, a controllare una parte del capitale sociale della Multiservizi, gestita, per il 51%, dal Comune di Reggio Calabria e per il 49% da un socio privato. Proprio il socio privato sarebbe stato in mano alla cosca: la Rec.im Srl, infatti, controlla il 33% del capitale sociale della “Gestione Servizi Territoriali Srl” che, a sua volta, controlla il 49% della Multiservizi. Per mettere in atto tale acquisizione occulta, i Tegano si sarebbero avvalsi di alcune figure professionali, legate, in gran parte, alla famiglia di Giovanni Zumbo. La Guardia di Finanza, infatti, ha tratto in arresto la moglie del commercialista, Maria Francesca Toscano, di professione avvocato, nonché la sorella della “talpa”, Maria Porzia Zumbo e il marito, Roberto Emo, entrambi commercialisti. In tutto sono undici le persone colpite dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Tommasina Cotroneo.

Professionisti al servizio delle cosche che, grazie alle proprie competenze, non hanno reso semplice il lavoro al gruppo di investigatori coordinato dagli ufficiali delle Fiamme Gialle Claudio Petroziello e Gerardo Mastrodomenico. Le indagini, comunque, avrebbero dimostrato come i Tegano abbiano tenuto sotto controllo, attraverso una serie di intestazioni solo formali, le società Com.Edil Srl, Si.Ca srl e Rec.im Srl: tre nomi, cambiati negli anni, per una stessa identità economica e gestionale, quella del clan Tegano. Passaggi necessari per tentare di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione.

La famiglia Zumbo, dunque, sarebbe stata, di fatto, consulente del clan Tegano, curando, viste le spiccate competenze in ambito societario e finanziario, i vari passaggi di società. Per Giovanni Zumbo, dunque, detenuto da oltre un anno nel carcere di Milano-Opera, arriva una nuova stangata: l’uomo, infatti, sta già tentando di difendersi dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, essendo stato intercettato, a Bovalino, nella casa del boss Giuseppe Pelle, insieme all’altro capomafia Giovanni Ficara, mentre raccontava dei propri contatti con i servizi segreti e forniva dettagliate notizie sull’indagine “Crimine”, che sarebbe arrivata dopo diversi mesi dai colloqui. Zumbo, peraltro, avrebbe avuto anche un ruolo assai importante nella messinscena che Giovanni Ficara avrebbe architettato nel gennaio 2010, allorquando fece ritrovare dai Carabinieri un auto imbottita di armi (poi rivelatisi inefficaci) nel giorno della visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Con riferimento al controllo mafioso della Multiservizi, un ruolo fondamentale sarebbe stato gestito dalla famiglia Zumbo, ma anche da soggetti come Pino Rechichi, già arrestato, nell’aprile scorso, dalla Squadra Mobile, nell’ambito dell’operazione “Archi”. Proprio il suo arresto, infatti, aprì un primo, concreto, squarcio sulle infiltrazioni che la ‘ndrangheta avrebbe messo in atto nelle società miste di Palazzo San Giorgio: Rechichi, infatti, viene arrestato come elemento organico al clan Tegano (addirittura come membro dei gruppi di fuoco) proprio mentre ricopre la carica di direttore operativo della Multiservizi. Pino Rechichi, comunque, non sarebbe stato solo nel ruolo di testa di ponte dei Tegano: l’uomo, infatti, avrebbe coinvolto anche i giovani figli, gemelli, Antonino e Giovanni, tratti in arresto all’alba dalla Guardia di Finanza.

Con l’indagine “Astrea”, coordinata dai sostituti procuratori della Dda Giuseppe Lombardo e Beatrice Ronchi, la Guardia di Finanza, avrebbe ricostruito circa vent’anni di infiltrazioni nella pubblica amministrazione reggina. Pino Rechichi, infatti, è ritenuto un membro del clan Tegano, con la collaborazione del fratello Giovanni Rosario, fin dagli anni ’80. Attraverso la ditta Com.Edil, operante nel settore del commercio di materiale da costruzione, sarebbe stato un imprenditore di riferimento di Giovanni Tegano, boss attualmente in carcere dopo anni di latitanza e colpito dall’ordinanza di custodia cautelare odierna.

Cessioni societarie, quelle certificate dalle indagini delle Fiamme Gialle, che sarebbero iniziate già nel 2001, allorquando i fratelli Antonio e Maurizio Lavilla (coinvolti nell’indagine) costituiscono la Si.Ca, fino all’ultima, avvenuta nel luglio 2008, quando, dopo l’acquisizione di diversi immobili (sequestrati nell’operazione di oggi), la Rec.im sarebbe ritornata nella proprietà di Rechichi. Un affare sconcertante, visto che, nel giro di tre minuti, gli acquirenti avrebbero reincassato i soldi che avrebbero invece dovuto versare per l’acquisizione. I movimenti di soldi dichiarati, peraltro, erano in totale disaccordo con le effettive possibilità economiche dei soggetti coinvolti, tra cui, come si è visto anche i giovani figli di Rechichi, entrambi classe 1985. Anche tale dato ha messo in guardia gli investigatori che hanno continuato, per mesi e mesi, a indagare, fino agli undici arresti di oggi.

Un meccanismo che ha interessato un discreto di numero di cosiddetti “colletti bianchi”, che, da anni, reggono i fili di Reggio Calabria, della sua economia e, come si è visto, della pubblica amministrazione. Splende il sole su Reggio, nonostante la cappa grigia di poteri deviati che sovrasta la città. Una cappa grigia talvolta impenetrabile, cui oggi, però, la Guardia di Finanza ha provocato una crepa.
Di seguito i nomi dei soggetti colpiti dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Tommasina Cotroneo:
1.    TEGANO Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 08/11/1939; attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Cuneo;
2.    RECHICHI Giuseppe Rocco Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 15/11/1958; attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Caltanissetta;
3.    RECHICHI Rosario Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 14/05/1961
4.    LAVILLA Maurizio, nato nato a Seriate (BG), il 12/10/1971
5.    LAVILLA Antonio, nato a Reggio Calabria, il 28/02/1975
6.    ZUMBO Giovanni, nato a Reggio Calabria, il 19/08/1967; attualmente detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di “Opera - Milano”;
7.    EMO Roberto, nato a Reggio Calabria, il 30/08/1966
8.    TOSCANO Maria Francesca, nata a Reggio Calabria, il 19/07/1971
9.    ZUMBO Porzia Maria, nata a Reggio Calabria, il 03/07/1968
10.    RECHICHI Antonino, nato a Oppido Mamertina (RC), il 20/06/1985
11.    RECHICHI Giovanni, nato a Oppido Mamertina (RC), il 20/06/1985

Nessun commento:

Posta un commento