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venerdì 18 novembre 2011

"Presto decisioni non gradevoli"

Monti ottiene la fiducia anche alla Camera.

Venerdì, 18 novembre 2011 - 11:00:01

Con 556 sì e 61 no, l'aula della Camera ha concesso la fiducia al governo Monti. Giovedì sera l'esecutivo aveva incassato il via libera del Senato con 281 sì e 25 no. Così come a Palazzo Madama, solo la Lega Nord ha votato contro.
Lunedi' mattina "ci sara' un cdm per adottare uno schema di decreto legislativo su Roma Capitale". E' quanto ha annunciato Mario Monti, parlando con i cronisti in una conferenza stampa a Montecitorio. Per quanto riguarda la nomina di viceministri e sottosegretari, il neopremier precisa: "Ci prendiamo ancora qualche giorno". "Le decisioni saranno prese con il criterio di sobrietà e competenza che finora da tutti e' stato riconosciuto".
Mario Monti ha poi ricordato l'ottimo clima instauratosi con le parti sociali durante il giro di consultazioni per arrivare alla formazione del governo. "Si fa il possibile perche' ci sia un'ampio consenso", sottolinea il Professore rimarcando come "sia naturale che le distanze potranno aumentare nel momento in cui verranno presentati i provvedimenti che il governo ha intenzione di varare".
"Sara' innovativo per me e per il Paese la gestione di consensi convergenti verso un progetto e un governo di questa misura". Il premier ha poi scherzato rispondendo ad una domanda di un cronista: "A me e' stato spiegato che non avro' una maggioranza...". "Ci sono molte forze politiche - ha aggiunto il Professore - che si sono riconosciute nell'idea di un impegno nazionale. A me va bene che mi appoggino cosi'...".

 Mario Monti e' tornato sulla "lunga conversazione telefonica sui problemi dell'eurozona" che ha avuto giovedì con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Il premier incontrera' il Cancelliere tedesco e il Presidente francese per un pranzo di lavoro giovedi' a Strasburgo. "Mi hanno incoraggiato", ha spiegato il presidente del Consiglio, che non ha voluto entrare nel dettaglio delle misure necessarie per il rilancio dell'economia, proprio perche', ha spiegato, vuole prima confrontarsi con i partners europei.
LA LEGA APRE A MONTI - "Le parole oggi contano poco. Vediamo il primo provvedimento che portano". Sul federalismo "vedremo alla prova dei fatti". Lo ha detto il leghista Roberto Maroni parlando con i giornalisti alla Camera. "Mi auguro - e' l'auspicio di Maroni - che venga rivisto il patto di stabilita' per consentire di spendere soldi ai comuni virtuosi: se gia' ci fosse questo provvedimento potremo votarlo". Secondo Maroni, quello di Monti "e' un governo politico" e "se ci sono misure lacrime e sangue le contrasteremo" ribadisce. Secondo l'ex ministro dell'Interno, "non e' la vecchia Dc, non c'e' un ritorno al passato ma semmai un ritorno al futuro, per questo e' insidioso. E' una novita' quella che stanno costruendo e noi non vogliamo farne parte".
VENDOLA: PROVO SENTIMENTI DI GRANDE DELUSIONE "Sentimenti di grande delusione" verso i primi passi annunciati dal governo Monti. Sono quelli manifestati dal governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola che oggi ha partecipato alla Conferenza meridionale della Fiom. Vendola rileva "l'abito buono, decoroso" di questo esecutivo che però a suo avviso non basta «senza un cambiamento reale". "Avevamo apprezzato lo stacco, la fine del carosello della volgarità e della pornografia - ha spiegato Vendola ai giornalisti - era uscita una classe dirigente selezionata nei concorsi di bellezza o nei retrobottega del presidente del Consiglio ed entrava in campo, seppure in una fase transitoria di emergenza, una di grande competenza e qualit…. Abbiamo apprezzato la fine di uno stile Berlusconiano che io definisco commercial-pornografico, finalmente sepolto". "Era difficile - ha aggiunto Vendola - vivere in un Paese cos volgare nei confronti delle donne, delle minoranze. Perché lo stile non basta. Sotto l'abito buono, decoroso, che indossa questo governo vorremmo vedere il corpo di un cambiamento reale, di una discontinuit…. Purtroppo il premier Monti nel suo discorso programmatico ha chiarito che non ci sar… un intervento strutturale sulla ricchezza, non ci sar… un intervento sulla patrimoniale, che è l'unico modo oggi per affrontare seriamente la crisi economica e finanziaria, cioŠ chiedendo a quella parte della societ… che si è abbuffata di ricchezza di dare il proprio contributo a rimettere in piedi il Paese". "Non c'è questo - secondo Vendola - ma c'è un'allusione inquietante ad interventi sul tema previdenziale e sul mercato del lavoro, e c'è un inquietantissimo riferimento all'attuazione delle riforme del ministro Gelmini, cosa che non mi pare essere un preludio ad un felice rapporto con le giovani generazioni".
LA GIORNATA
Una fiducia "non cieca, ma vigilante". Il presidente del Consiglio si presenta a Montecitorio per ottenere il via libera al suo esecutivo. "Ci sentiamo veramente in spirito di servizio - ribadisce come ha già fatto giovedì a Palazzo Madama -, con un atteggiamento di umiltà, ma anche di determinazione, per favorire una almeno parziale deposizione delle armi". La speranza, che però suona quasi come un avvertimento, è quella di poter "agevolare la presa di posizioni, anche non facili e gradevoli, nel breve periodo". Quindi un annuncio importante: "La prossima settimana sarò a Bruxelles e avrò un incontro, su loro proposta, con Merkel e Sarkozy: un incontro a tre". L'obiettivo è "avere permanentemente d'ora in poi il contributo dell'Italia nella soluzione dei problemi dell'euro". Il passaggio è stato molto apprezzato dalla maggior parte dei presenti, anche se quando Monti ha citato il presidente francese e la Cancelliera tedesca nell'emiciclo si sono levati pochi deboli fischi.
In Aula Monti ha ribadito che il suo sarà un "governo di impegno nazionale" ed è anche tornato a respingere con forza l'accusa di essere a capo di un esecutivo di "poteri forti. Sono espressioni di pura fantasia, che ritengo offensiva", ha detto il premier. "Poteri forti? Magari l'Italia ne avesse un po' di più", ha aggiunto ironico. E ancora: "Io per il business Usa ero come Saddam Hussein". Il governo, è la convinzione di Monti, dipende dal Parlamento. "Da parte nostra - c'è una profonda dipendenza del governo dal Parlamento, ma non userei il termine di "staccare la spina": non ci consideriamo un apparecchio elettrico, e saremmo incerti se essere un rasoio o un polmone artificiale. Dureremo quanto vorrete, ha specificato in sostanza il numero uno dell'esecutivo rivolto ai deputati. "La mia «intenzione è proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni".
Nella sua replica alla Camera il premier ha anche affrontato il tema assai spinoso del federalismo. "Ieri ogni tanto avevo dei soprassalti identitari al mio interno, mi dicevo ma tu non sei settentrionale, lombardo, varesino?", ha raccontato Monti, assicurando che non vi è alcuna "contraddizione tra il rispetto per quanto è stato già deciso in materia di federalismo e una specifica attenzione nella coesione territoriale, il valore che interessa tutti poi dipende da modalità con cui viene realizzato".
Lega a parte, anche alla Camera come al Senato Monti può contare su un ampio appoggio. In primis quello del Pd. Dario Franceschini nel suo intervento ha voluto ringraziare il neo-presidente del Consiglio augurandosi che il suo mandato duri "fino alla fine della legislatura. Grazie per aver messo la sua credibilità internazionale e le sue competenze al servizio del Paese. Ci ricorda tanto Ciampi che si assunse l'onere di mettere a disposizione la sua credibilità internazionale per far uscire l'Italia da un momento di crisi".
"L'Italia ha bisogno di una legge del buon esempio", ha affermato il capogruppo Idv Massimo Donadi. Fiducia al Governo Monti sì ma non in bianco, in assenza di chiarezza sugli impegni programmatici: è la posizione espressa da Antonio Di Pietro. La Lega con Pierguido Vanalli ha ribadito il suo "no" al governo Monti. "Senza la disponibilità del Pdl e di Silvio Berlusconi ad appoggiare il governo Monti, ora ci sarebbero state le elezioni anticipate", ha sottolineato nel suo intervento il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Berlusconi - ha aggiunto - ha fatto due atti di responsabilità: ha dato le dimissioni e ha deciso di dare l'appoggio a questo governo e senza questo appoggio non staremmo a discutere qui ma a preparare le elezioni. Quindi rivendichiamo un ruolo di responsabilità".
Un sostegno, senza se e senza ma è la dichiarazione del vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. "Senza turarci il naso e senza retropensieri, in Italia la ricchezza è cresciuta, ma è stata mal distribuita. Questo Paese va cambiato e modernizzato. Noi ci saremo e daremo il nostro contributo". Il richiamo alla coesione è in sintesi il pensiero di Pierfedinando Casini dell'Udc: "Siamo chiamati, voi che avete sostenuto l'ex governo e noi che lo abbiamo contrastato, a pacificare l'Italia", sostiene il leader centrista invitando a trovare un "minimo comun denominatore" in nome della coesione e dell'integrazione. "No a dualismi tecnici e politici, evocazione incongrua" usata come alibi, "come i poteri forti". Quello che conta, sostiene Casini è "ricucire l'Italia. e questa è una pagina che deve svolgere il Parlamento".
La Lega prende la parola con Marco Reguzzoni che dice subito: "Non daremo fiducia a questo governo. Abbiamo paura che questo governo sia vorace come le banche di cui è espressione. Non concordiamo sul programma: dalle pensioni alle riforma dello stato centralista". Quello del Nord, aggiunge "è un territorio e un popolo che non può più accettare di pagare per chi vive su spalle degli altri", dice Reguzzoni avvertendo il premier del rischio di ritrovarsi contro "l'opposizione della Padania intera" (frase che ha scatenato la reazione del Centrosinistra). La Lega, attraverso il suo Presidente dei deputati alla Camera, dichiara però: "Voteremo i provvedimenti che riterremo utili per sostenere le famiglie".
Una "fiducia senza paletti" è la prima dichiarazione del segretario Pd, Pierluigi Bersani. "Tuteleremo il suo governo verso chi vorrà scaricare responsabilità che non ha", dice Bersani rivolgendosi al Professore. "Non pretenderemo mai di dettarvi i compiti. Vi sosteremo lealmente, con l'orgoglio e la bussola delle nostre idee. Non chiediamo miracoli e ci fa piacere che non ne promettiate. Chiediamo sobrietà e desideriamo verità e fiducia perché la fiducia nasce solo dalla verità e ci fa piacere di aver ascoltato solamente parole di verità sulla crisi".
"Voteremo compatti la fiducia al governo formato da ministri degnissimi della loro missione", esordisce il segretario Pdl, Angelino Alfano che parla di un governo di "tregua" e parla di "sacrificio ai principi". Non solo del Pdl: "Bisogna trasformare l'euro in una vera moneta comune, con una banca centrale in grado di essere prestatore di ultima istanza", dice. "L'euro sta fallendo la sua prima vera grande prova e siamo chiamati a una gigantesca opera di riconversione del sistema monetario, anche con la revisione dei trattati". Un governo tecnico, riconosce il segretario Pdl, "politicamente legittimato da un voto del Parlamento, ma non è un governo delle larghe intese o del compromesso storico. Sarebbe la riedizione della storia una volta come tragedia e la seconda come farsa", ha sottolineato Alfano, che ha definito "amici" gli esponenti della Lega Nord e ha espresso un deciso "no" alla patrimoniale.
Si era parlato di un intervento dello stesso Silvio Berlusconi per il Pdl. In mattinata però il deputato Osvaldo Napoli ha annunciato che la dichiarazione di voto verrà fatta da Angelino Alfano, "mentre Berlusconi non parlerà". Ma l'ex premier interviene durante le dichiarazioni di voto. "Ho letto sui giornali cose che non ho mai pronunciato. Non ho mai detto che staccherò la spina a Monti" dice, rispondendo ad Alessandro Poggi di Ballarò.
'Traffico' di saluti ai banchi del governo e qualche nota di colore durante la seduta. Domenico Scilipoti si è presentato a Montecitorio con una vistosa fascia nera al braccio. Molti deputati si sono avvicinati ai collega per chiedere il perché di quella fascia. Scilipoti non ha risposto ma ha consegnato a tutti un volantino che riproduce un manifesto mortuario in è rappresentata una croce nera con sotto scritto "oggi è morta la democrazia parlamentare. Il popolo Sovrano ne dà il triste annuncio al Paese".
Primo incontro tra il nuovo capo del governo e il Pontefice venerdì mattina all'aeroporto romano di Fiumicino. Monti ha accolto Benedetto XVI direttamente sotto la scaletta dell'elicottero con cui il Papa è arrivato alle 8.42 dal Vaticano. Una lunga stretta di mano e uno scambio di saluti ha suggellato l'incontro, particolarmente cordiale. Il nuovo presidente del Consiglio ha poi accompagnato il Santo Padre fino alla scaletta dell'aereo, un Airbus A330 dell'Alitalia, che lo condurrà in Benin.
Il Professore incassa anche la benedizione della Sir, l'agenzia dei vescovi. Bisogna "tradurre la fiducia" ottenuta nelle aule parlamentari "in un'iniezione di fiducia per il Paese tutto, che non solo ne ha bisogno, ma anche la desidera. "A partire dai giovani", ha scritto l'organo della Conferenza episcopale italiana. Martedì prossimo, infine, il premier sarà a Bruxelles per presentare il suo piano di riforme al presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy.

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