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lunedì 21 novembre 2011

I CITTADINI EUROPEI SARANNO GLI UNICI A PAGARE I COSTI DELLA CRISI


Dopo le elezioni in Spagna che hanno visto la vittoria del candidato conservatore Rajoy, sostenuto dal duopolio Germania e Francia, si può tirare un primo bilancio della crisi economica e politica in cui è sprofondata l'Unione Europea.
Come è noto la crisi finanziaria è iniziata negli Stati Uniti ed è stata la diretta conseguenza di un lungo periodo di deregolamentazione ed euforia degli operatori finanziari, che con il sostegno dei governi e dei politici hanno sfruttato le ampie concessioni per allagare i mercati di strumenti finanziari tossici e titoli derivati spazzatura.
In tutto questo marasma di collusioni e connivenze fra politici e banchieri, l'Europa non è stata di certo a guardare e ha distrutto il tessuto sociale delle piccole banche regionali e delle casse di risparmio per favorire i grandi gruppi bancari, che secondo le intenzioni dei legislatori dovevano e potevano competere meglio nel ricco mercato dei prodotti finanziari.
Paradossalmente con gli accordi bancari europei di Basilea le istituzioni che avevano il compito di regolamentare i mercati e gli operatori finanziari mettevano norme più severe per la concessione dei prestiti alle imprese e ai privati, mentre nulla veniva vietato negli investimenti finanziari, invitando quasi apertamente le banche ad abbandonare il sostegno all'economia reale per spostare le attività sul mercato globalizzato dei capitali, dove era molto più semplice fare profitti facili.
Quando è scoppiata la crisi finanziaria negli Stati Uniti, l'Unione Europea e le banche europee sono rimaste a guardare, assicurando tutti che avevano capitali sufficienti per superare indenni la crisi e riempendo le casse di titoli di stato di tutti gli stati europei, che avevano tassi stranamente bassi e sicuri e non tenevano conto dello stato di mantenimento dei conti pubblici delle varie nazioni, soprattutto quelli che si riferivano ai debiti sovrani degli stati PIIGS.
Non appena le grandi banche di investimento americane puntarono dritte ai titoli di stato della Grecia, sapendo già che i conti pubblici greci erano disastrati, i tecnocrati dell'Unione Europea continuarono a non fare nulla tranne consigliare alle grandi banche, tedesche e francesi in particolare, di disfarsi proprio dei titoli di stato greci prima che subissero forti deprezzamenti, alimentando ancora di più la speculazione finanziaria.
Le perdite subite dalle banche europee vennero rimarginate con abbondanti dosi di denaro pubblico, e i banchieri francesi e tedeschi impauriti dalla preoccupante situazione di stallo dell'attività finanziaria e dalla recessione causata dal mancato sostegno all'economia reale, cominciarono a vendere anche i titoli di debito degli altri stati PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna), perchè sapevano già che nessuno stato poteva arginare i propri buchi di bilancio grazie all'aiuto della banca centrale BCE, che i fondatori dell'Unione Europea avevano voluto che fosse una banca privata, autonoma e indipendente dalle istituzioni pubbliche europee.
A ben vedere quindi i veri responsabili di questa recessione diffusa nell'Unione Europea hanno dei nomi ben precisi: gli incompetenti fondatori dell'Unione Europea e della moneta unica euro (Kohl per la Germania, Chirac per la Francia e Prodi per l'Italia), i banchieri politicizzati che hanno deregolamentato le finanza e consentito alle banche di concentrare le proprie attività sulle operazioni finanziarie (per l'Italia Carlo Azeglio Ciampi, Lamberto Dini e Mario Draghi), i tecnocrati dell'Unione Europea (Barroso, Van Rompuy e Olli Rehn), i politici che hanno allargato a dismisura il debito pubblico dopo l'ingresso nella moneta unica euro (per l'Italia i governi Berlusconi hanno avuto questo triste primato).
Eppure, guarda caso, nessuno parla mai di risolvere il problema a monte, tramite una revisione dei trattati europei, la regolamentazione finanziaria, la lotta alla corruzione politica, il ripristino della sovranità democratica e l'uscita dalla fallimentare tecnocrazia europea mentre sono gli stessi compari dei fondatori dell'Unione Europea e dei banchieri europei (Monti per l'Italia, Papademos per la Grecia, Rajoy per la Spagna) che si assumeranno il delicato compito di ribaltare totalmente i costi della crisi sui cittadini europei, che se hanno una colpa è quella di non capire mai come funzionano veramente le cose nei palazzi del potere.

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