Torna l'Ici sulla prima casa, aumentano le rendite catastali e debuttano due nuove imposte, l'Imu e la Res. Ecco le probabili novità fiscali per gli immobili
Non siamo certo alla stangata greca con un'imposta patrimoniale su tutti gli immobili di 10 euro al metro quadro da pagare con la bolletta della luce, pena il taglio della fornitura. La situazione italiana non è quella dei cugini ellenici, ma sicuramente le misure che il neo-governo Monti dovrà introdurre non saranno leggere. E la casa tornerà al centro delle attenzioni del fisco. Anche l'abitazione principale, esonerata dall'Ici dal precedente governo per ragioni essenzialmente elettorali. "Una anomalia italiana", come ha ricordato lo stesso Monti nel discorso di investitura, un lusso che con l'attuale situazione dei conti pubblici non possiamo più permetterci.
Anche se siamo ancora nel campo delle ipotesi, ecco quelle che con tutta probabilità saranno le nuove colonne del fisco sugli immobili.
Ici sulla prima casa
La reintroduzione dell'Ici sull'abitazione principale è un'ipotesi più che probabile. Con la sua abolizione i comuni avevano visto ridursi drasticamente la loro principale fonte di entrate (esenti quasi 20 milioni di abitazioni) e il federalismo municipale rischia ora di dar loro il colpo di grazia. Il ritorno dell'Ici sarebbe una bella boccata d'ossigeno: si stima un gettito di 3-4 miliardi di euro.
Rispetto alla vecchia Ici, però, la nuova imposta comunale avrebbe una novità sostanziale: la progressività. Stando alle dichiarazioni di Monti, la percentuale di prelievo potrebbe variare in base al valore dell'immobile.
Imu
Ma l'Ici a breve cederà il passo all'Imu, l'imposta municipale unica, introdotta già dalla scorso governo col federalismo fiscale. La nuova imposta debutterà in anticipo sul previsto, nel 2013, salvo ulteriori accelerazioni, e sostituirà sia l'Ici che l'Irpef sui redditi fondiari oggi pagata dai proprietari di seconde case sfitte. Ma avrà un peso maggiore: escludendo la prima casa, l'Imu sconterà un'aliquota più alta della media Ici: si parla del 7,6 per mille aumentabile fino al 10,6 (attualmente l'Ici è in media del 6,4 per mille).
Anche se siamo ancora nel campo delle ipotesi, ecco quelle che con tutta probabilità saranno le nuove colonne del fisco sugli immobili.
Ici sulla prima casa
La reintroduzione dell'Ici sull'abitazione principale è un'ipotesi più che probabile. Con la sua abolizione i comuni avevano visto ridursi drasticamente la loro principale fonte di entrate (esenti quasi 20 milioni di abitazioni) e il federalismo municipale rischia ora di dar loro il colpo di grazia. Il ritorno dell'Ici sarebbe una bella boccata d'ossigeno: si stima un gettito di 3-4 miliardi di euro.
Rispetto alla vecchia Ici, però, la nuova imposta comunale avrebbe una novità sostanziale: la progressività. Stando alle dichiarazioni di Monti, la percentuale di prelievo potrebbe variare in base al valore dell'immobile.
Imu
Ma l'Ici a breve cederà il passo all'Imu, l'imposta municipale unica, introdotta già dalla scorso governo col federalismo fiscale. La nuova imposta debutterà in anticipo sul previsto, nel 2013, salvo ulteriori accelerazioni, e sostituirà sia l'Ici che l'Irpef sui redditi fondiari oggi pagata dai proprietari di seconde case sfitte. Ma avrà un peso maggiore: escludendo la prima casa, l'Imu sconterà un'aliquota più alta della media Ici: si parla del 7,6 per mille aumentabile fino al 10,6 (attualmente l'Ici è in media del 6,4 per mille).
Rivalutazione delle rendite catastali
Un'altra fonte di gettito consistente potrebbe essere l'aumento delle rendite catastali, cioè la base per il calcolo del valore degli immobili ai fini fiscali. Le rendite sono ferme al 1996 (con la legge 662 che le aumentava del 5% rispetto al 1988). Per avvicinare i valori fiscali a quelli reali, cioè di mercato (che si stima 3 volte e mezzo più alti), si ipotizza una rivalutazione delle rendite del 10% o anche del 20%. L'aumento di gettito sarebbe rispettivamente di 4,7 o 6 miliardi di euro.
Res
L'ultima carta (per ora) del nuovo fisco immobiliare si chiama Res - anche conosciuta come service tax - ed è il tributo sui rifiuti e i servizi locali che dovrebbe essere pagato da tutti i residenti nel comune a prescindere dalla proprietà dell'immobile (quindi anche per chi è in affitto). Proprio per questa ragione - cioè per evitare sperequazioni con i proprietari che avendo anche l'Imu si troverebbero un carico fiscale eccessivo - l'entrata in vigore della Res dovrebbe ridurre l'aliquota Imu.
Un'altra fonte di gettito consistente potrebbe essere l'aumento delle rendite catastali, cioè la base per il calcolo del valore degli immobili ai fini fiscali. Le rendite sono ferme al 1996 (con la legge 662 che le aumentava del 5% rispetto al 1988). Per avvicinare i valori fiscali a quelli reali, cioè di mercato (che si stima 3 volte e mezzo più alti), si ipotizza una rivalutazione delle rendite del 10% o anche del 20%. L'aumento di gettito sarebbe rispettivamente di 4,7 o 6 miliardi di euro.
Res
L'ultima carta (per ora) del nuovo fisco immobiliare si chiama Res - anche conosciuta come service tax - ed è il tributo sui rifiuti e i servizi locali che dovrebbe essere pagato da tutti i residenti nel comune a prescindere dalla proprietà dell'immobile (quindi anche per chi è in affitto). Proprio per questa ragione - cioè per evitare sperequazioni con i proprietari che avendo anche l'Imu si troverebbero un carico fiscale eccessivo - l'entrata in vigore della Res dovrebbe ridurre l'aliquota Imu.
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