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giovedì 8 dicembre 2011

falsi cibi bio in vendita

Oltre 200 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, piu' di 2.500 tonnellate di merce (per lo piu' frumento, favino, soia, farine e frutta fresca) sequestrata in quanto falsamente biologica, oltre 700mila tonnellate di falsi prodotti alimentari bio commercializzate.
E' il volume, che gli stessi investigatori definiscono "impressionante", delle transazioni ricostruite dalla Guardia di finanza di Verona che - al termine di una complessa indagine, coordinata dalla locale procura della Repubblica - ha stroncato una gigantesca frode nel settore della commercializzazione di prodotti provenienti da agricoltura biologica.
Le Fiamme gialle stanno eseguendo in queste ore a Verona, Ferrara, Pesaro Urbino e Foggia 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona, a carico di altrettante persone accusate di aver immesso sul mercato prodotti alimentari falsamente biologici "per un valore pari a oltre un decimo dell'intero mercato nazionale di settore".
I dettagli dell'operazione, ribattezzata 'Gatto con gli stivali', saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 al Comando provinciale della Guardia di finanza di Verona.
ASSO BIO, PIU' CONTROLLI SULL'IMPORT E PIU' FILIERA CORTA - "Contro le frodi alimentari nel bio piu' controlli sull'import e piu' filiera corta". Lo dice Alessandro Triantafyllidis, presidente nazionale AIAB (Associazione italiana per l'agricoltura biologica), a proposito dell'operazione "Gatto con gli stivali" e sottolinea: "Dalle indiscrezioni raccolte emerge che le aziende agricole italiane siano non solo completamente scevre da responsabilita', ma vittime di queste frodi, facilitate dagli appetiti determinati dalla crescita dell'import, a cui purtroppo non ha seguito un proporzionale aumento dei controlli, e dalla vendita nei tradizionali canali a filiera lunga, che rendono piu' difficile la tracciabilita' lungo tutta la catena alimentare". "L'eclatante frode smascherata dalla Guardia di Finanzia di Verona - prosegue Triantafyllidis - ha messo in luce delle debolezze del settore che AIAB ha piu' volte sottolineato.
Innanzitutto il problema delle materie prime importate, che coinvolge in particolare i prodotti che confluiscono nelle filiere zootecniche, come soia e orzo, o nelle lunghe filiere di pastificazione e panificazione. In seconda istanza la farraginosita' del sistema di certificazione e degli enti preposti a controllare i controllori. Nei mesi passati, vista anche l'espansione in controtendenza del bio rispetto al resto dell'agroalimentare, avevamo gia' lanciato l'allarme sull'infiltrazione della criminalita' organizzata nel settore chiedendo maggiori e piu' stringenti controlli e lo stesso pretendiamo rispetto a imprenditori privi di scrupoli, attratti solo da un business in costante crescita. E' infatti evidente che la crescita continua dei consumi e le grande vitalita' del settore attirano gli interessi della speculazione e della criminalita'. Da parte nostra, per ovviare alle debolezze del settore, ci siamo attivati su diversi fronti per dare trasparenza e affidabilita' al bio italiano. Le iniziative di AIAB - conclude Triantafyllidis - puntano ad accorciare la filiera ovunque cio' sia possibile, a proporre prodotti biologici ed italiani, provenienti da aziende interamente bio, e possibilmente garantite dal marchio Garanzia AIAB, e a costruire filiere tutte italiane. Per quanto concerne la certificazione e i controlli, AIAB chiede da tempo l'utilizzo della telematica e controlli incrociati, cosi' come un database pubblico con tutte le informazioni raccolte dagli organismi di controllo, strumenti non graditi ad alcuni enti di controllo nazionali".
SEQUESTRO FALSI ALIMENTI BIO, "MA NON DANNOSI PER SALUTE- Una banda che agiva dal 2007 e che immetteva sul mercato falsi prodotti biologici, alimenti in realta' comunissimi, che non sono risultati pericolosi, ma che venivano spacciati per prodotti ottenuti grazie a complessi meccanismi industriali tutti all'insegna del bio. Quindi prodotti che costavano molti euro in piu' del normale.
Gli arrestati sono sette, costretti ad uscire allo scoperto dalla Guardia di Finanza di Verona al termine di una lunga indagine battezzata "Gatto con gli Stivali". Dal 2007, secondo quanto riferito dalle Fiamme Gialle, l'organizzazione naveva immesso sul mercato 7 milioni di quintali di cibo etichettato come biologico senza esserlo. Sono 2500 le tonnellate sequestrate dai militari nei magazzini in un giro illegale valutato attorno ai 220 milioni di euro.
Una frode bella e buona "ma senza alcun pericolo per la salute pubblica", come hanno puntualizzato i vertici della Finanza scaligera oggi presentando i riusltati dell'operazione. La frode riguardava soprattutto frumento, soia, farine di vario tipo e frutta fresca. Le persone arrestate sono state prese tra Verona, Ferrara, Pesaro Urbino e Foggia.
Ecco i nomi: Luigi Marinucci, 63 anni, di Angiari (Verona), rappresentante legale della Sunny Land Spa e della Societa' Agricola Marinucci; Davide Scapini, 43 anni, di Sona (Verona), socio al 49% e direttore commerciale della Sunny Land oltre che rappresentante di altre aziende; Angela Nazaria Siena, 39 anni, di San Severo (Foggia), rappresentante della Bioecoitalia srl e di altre aziende; Andrea Grassi, 45 anni, di Argenta (Ferrara), consulente e rappresentante di aziende agricole; Michele Grossi, 36 anni, di Fano (Pesaro-Urbino), direttore regionale Marche dell'Organismo di Certificazione e controllo di suolo e salute; Stefano Spadini, 46 anni, genovese, residente a Monte Cerignone (Pesaro-Urbino), consulente della Direzione Regionale Marche di Suolo e salute; Caterina Albiero, 47 anni, di Salizzole (Verona), socio accomandatario della Bioagri sas e rappresentante legale de La Spiga srl.
Tutti sono accusati di frode in commercio, associazione per delinquere, falso materiale ed emissione di fatture inesistenti. Bruno Biagi. "Al momento - ha commentato il colonnello Bruno Biagi, comandante provinciale della Gdf veronese - non ci sono elementi per provare che questi alimenti siano dannosi per la salute". Ma si sa anche che certe merci non erano destinate ai mercati alimentari comuni ma dovevano finire come cibo per animali.
COLDIRETTI; BENE SEQUESTRO GDF, 1 ITALIANO SU 2 COMPRA BIO - Oltre un consumatore su due (52 per cento) acquista prodotti biologici in Italia, dove sono quasi 50mila i produttori che coltivano il bio su oltre un milione di ettari di terreno. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di oltre 700mila tonnellate di prodotti alimentari falsamente biologici, con un giro di fatture false per oltre 200 milioni e sei arrestati.
Il fatturato dei prodotti biologici in Italia negli ultimi dieci anni e' triplicato passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi attuali ed e' quindi importante - sottolinea la Coldiretti - non abbassare la guardia sul fronte dei controlli anche alla luce di un aumento del 49 per cento delle importazioni nel 2010. In controtendenza rispetto al calo dei consumi generale nel 2011 gli acquisti di prodotti alimentari biologici confezionati delle famiglie italiane sono cresciuti dell' 11,5 per cento, secondo una analisi Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen relativi al primo quadrimestre del 2011.
Aumenti record - sottolinea Coldiretti - si registrano per alcuni prodotti come la pasta (+35 per cento), il latte (+32) e le mozzarelle (+83) ma anche per i cracker (+54) e i formaggi freschi e spalmabili che addirittura raddoppiano (+101). Dal punto di vista produttivo l'Italia ha la leadership in Europa per numero di operatori certificati impegnati nella filiera dell'agricoltura bio e resta leader europeo per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico (escludendo i boschi e i pascoli gestiti in biologico, in cui la Spagna primeggia), secondo i dati del Sinab (Sistema d'informazione nazionale sull'agricoltura Biologica).
Al primo gennaio 2011 in Italia gli operatori del settore biologico sono 47.663, in calo dell'1,7 per cento. La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta - conclude Coldiretti - pari a 111.3742 ettari, con un incremento rispetto all'anno precedente dello 0,6 per cento.

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