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lunedì 5 dicembre 2011

RUSSIA: Crolla popolarita' dell'ex e futuro presidente

MOSCA - Aveva ragione forse Alexiei Navalni, il più popolare blogger russo anti corruzione, quando vaticinava che i recenti fischi a Putin sul ring di uno stadio erano "la fine di un'epoca". Se saranno confermati gli exit poll, come sembra dai primi dati parziali, con un crollo di quasi il 20% del partito del premier, le elezioni legislative di oggi saranno ricordate come il possibile inizio di una stagione nuova dopo 'la caduta degli dei'.
L'ex agente del Kgb Vladimir Putin resta "l'uomo forte" del Paese ma da oggi è uno zar meno forte e dovrà fare i conti con un Paese che sta cambiando: la sua terza corsa al Cremlino parte in salita. Il suo consenso è ancora ampio ma si sta velocemente erodendo, come suggerisce il voto di oggi. Secondo recenti sondaggi, la sua popolarità fa ancora invidia a qualunque leader occidentale ma è scesa al suo minimo storico: 61%, venti punti in meno di quando concluse nel 2008 il suo secondo mandato di presidente. Aiutato dalle enormi risorse energetiche, era riuscito a risollevare la Russia uscita a pezzi dagli ultimi anni ieltsiani, mettendo in riga gli oligarchi, creando una verticale del potere, pacificando la Cecenia con una guerra sanguinosa e un controverso luogotenente come Kadyrov, puntando su un capitalismo di Stato e su una democrazia gestita dall'alto, con il controllo dei media e la repressione delle proteste di piazza in stile arancione. In questo decennio, flirtando con il culto della personalità, Putin ha costruito anche la sua immagine di macho sportivo, facendosi immortalare mentre pilota un caccia-bombardiere, guida auto e moto, va a cavallo a torso nudo, anestetizza orsi, tigri e balene.
Dopo quattro anni da premier, ha deciso di tornare al Cremlino, che aveva lasciato al suo fido "prestanome" Dmitri Medvedev per non violare il divieto di due presidenze consecutive. I due a settembre hanno annunciato l'intenzione di scambiarsi le cariche con un copione che ha fatto storcere il naso non solo ai giovani e alla nascente classe media, ma anche ai simpatizzanti del suo partito, Russia Unita, ridotto a pura macchina elettorale. I timori, in Russia e all'estero, sono quelli di un Putin che potrebbe restare al potere sino al 2024, un quarto di secolo, con uno scenario da stagnazione brezneviana. Il capo del governo si è difeso ricordando i quattro mandati del presidente Usa Franklin Delano Roosevelt e l'esempio del generale de Gaulle, avvertendo che non esiste alternativa. "E' sufficiente fare due o tre passi falsi perché tutto crolli così velocemente che non avremmo neppure il tempo di accorgercene, tutto si tiene ad un filo da noi", ha ammonito recentemente, vantandosi di aver "chiuso i bulloni" del Paese in questo decennio. Ma dopo l'annuncio dello "swap", il suo indice di popolarità è calato, insieme a quello di Medvedev e di Russia Unita. Poi sono arrivati anche i fischi allo stadio durante un incontro di arti marziali, da quel pubblico che di solito lo venera. Lui ha ancora grandi progetti, come l'Unione euroasiatica, ma sembra che il vento stia mutando perché anche il Paese sta cambiando lentamente pelle.

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